Simone Caramanno – Morte
Sono morto e non me ne sono accorto.
Sono morto e non me ne sono accorto.
La morte della vita per opera della realtà è accecamento, la morte di un essere umano è gesto che una data interrompe. Siamo date, date che d’improvviso si interrompono.
Luce vivida ti avvolge come un manto incantato e tu non senti più il vento gelido che ti scompiglia i capelli né il caldo soffocante che ricopre la tua pelle, stai lì, in balia degli eventi osservando la luce che c’è sopra di te che ti dà sicurezza, come una candela nel buio essa squarcia l’oscurità dentro la tua anima, inondandola di beatitudine. La morte.
Non ricoprite la mia tomba di fiori il 2 di novembre.Ricopritemi di affettuose attenzioni,fino al mio ultimo giorno di vita.
Ci turbiamo la vita con la preoccupazione della morte, e la morte con la preoccupazione della vita.
Breve riposo dona alla mamma, Signore. Svegliala, falle un caffè e rimandala subito qui. È mia mamma, capito? O riporti giù lei o fai venire su me. Scegli tu. Ma in fretta. Facciamo che adesso chiudo gli occhi e quando li riapro hai deciso? Così sia.
Nonostante la partecipazione affettiva, all’appuntamento con la morte si arriva sempre soli.