Sir Jo (Sergio Formiggini) – Vita
Se muori di noia guarda la vita di una farfalla. Non ha tempo per la noia, domani finirà.
Se muori di noia guarda la vita di una farfalla. Non ha tempo per la noia, domani finirà.
Ci sono muri alti fatti di odio e orgoglio, basterebbe poco per farli crollare, riuscire con poco costruire un prato come un giardino al posto di quelle barriere, un prato fertile fatto di fiori profumati e erbe aromatiche, dove tutti possono stringersi la mano.
Le persone brutte si vendicano di solito sulle altre del torto che la natura ha fatto loro.
Vita. Cuore che batte sole che illumina, un soffio di sentimento che ti sfiora levigandoti l’anima un bisbiglio incessante che trascina cose e coscienze sterminati campi di amori dispersi e ritrovati immagini remote che rivivono nel profumo salvato dalla memoria, a volte annebbiata dal tempo, consumata da un’alba che accenderà un altro futuro. Vita. Frutti che maturano su immense povertà che anelano a pianeti di serenità che versano lacrime di frustrazione per una vita che rimbalza su muri impregnati d’indifferenza. L’odio brucia le tappe fatte di promesse e l’amore raccoglie briciole di potere. Vita. Miracolo universale. La vita inciampa sulle nostre rughe ma come un fiore baciato dal sole vorremmo non finisse mai quest’armonia.
Nessun temporale si protrae tanto a lungo da non permettere al sole di risplendere. Quindi abbi sempre nel cuore la speranza che se non è oggi, sarà domani. Le cose che vedi senza via d’uscita ti condurranno dove devi e vuoi essere, perché la vita toglie e la vita dà, ma soprattutto regala focolai caldi a chi, con mani tese, ha donato legna da ardere, sorrisi sinceri, parole confortanti al prossimo. Non per scelta o per interesse, ma per volontà e umanità che ha nel cuore, perché con dolcezza ha aperto l’uscio e ha regalato calore a chi gli tendeva la mano. Quindi, non temere, la vita non vuole e non dà giustificazioni, la vita dà solo quello che riceve.
E poi la vita ti sorprende, regalandoti un sorriso dolce. Un sorriso inaspettato dall’inaspettato! Tu!
Ho conosciuto la quiete e solo lì, in quel preciso istante, mi son resa conto con che fottuto pandemonio stavo convivendo.
Ci sono muri alti fatti di odio e orgoglio, basterebbe poco per farli crollare, riuscire con poco costruire un prato come un giardino al posto di quelle barriere, un prato fertile fatto di fiori profumati e erbe aromatiche, dove tutti possono stringersi la mano.
Le persone brutte si vendicano di solito sulle altre del torto che la natura ha fatto loro.
Vita. Cuore che batte sole che illumina, un soffio di sentimento che ti sfiora levigandoti l’anima un bisbiglio incessante che trascina cose e coscienze sterminati campi di amori dispersi e ritrovati immagini remote che rivivono nel profumo salvato dalla memoria, a volte annebbiata dal tempo, consumata da un’alba che accenderà un altro futuro. Vita. Frutti che maturano su immense povertà che anelano a pianeti di serenità che versano lacrime di frustrazione per una vita che rimbalza su muri impregnati d’indifferenza. L’odio brucia le tappe fatte di promesse e l’amore raccoglie briciole di potere. Vita. Miracolo universale. La vita inciampa sulle nostre rughe ma come un fiore baciato dal sole vorremmo non finisse mai quest’armonia.
Nessun temporale si protrae tanto a lungo da non permettere al sole di risplendere. Quindi abbi sempre nel cuore la speranza che se non è oggi, sarà domani. Le cose che vedi senza via d’uscita ti condurranno dove devi e vuoi essere, perché la vita toglie e la vita dà, ma soprattutto regala focolai caldi a chi, con mani tese, ha donato legna da ardere, sorrisi sinceri, parole confortanti al prossimo. Non per scelta o per interesse, ma per volontà e umanità che ha nel cuore, perché con dolcezza ha aperto l’uscio e ha regalato calore a chi gli tendeva la mano. Quindi, non temere, la vita non vuole e non dà giustificazioni, la vita dà solo quello che riceve.
E poi la vita ti sorprende, regalandoti un sorriso dolce. Un sorriso inaspettato dall’inaspettato! Tu!
Ho conosciuto la quiete e solo lì, in quel preciso istante, mi son resa conto con che fottuto pandemonio stavo convivendo.
Ci sono muri alti fatti di odio e orgoglio, basterebbe poco per farli crollare, riuscire con poco costruire un prato come un giardino al posto di quelle barriere, un prato fertile fatto di fiori profumati e erbe aromatiche, dove tutti possono stringersi la mano.
Le persone brutte si vendicano di solito sulle altre del torto che la natura ha fatto loro.
Vita. Cuore che batte sole che illumina, un soffio di sentimento che ti sfiora levigandoti l’anima un bisbiglio incessante che trascina cose e coscienze sterminati campi di amori dispersi e ritrovati immagini remote che rivivono nel profumo salvato dalla memoria, a volte annebbiata dal tempo, consumata da un’alba che accenderà un altro futuro. Vita. Frutti che maturano su immense povertà che anelano a pianeti di serenità che versano lacrime di frustrazione per una vita che rimbalza su muri impregnati d’indifferenza. L’odio brucia le tappe fatte di promesse e l’amore raccoglie briciole di potere. Vita. Miracolo universale. La vita inciampa sulle nostre rughe ma come un fiore baciato dal sole vorremmo non finisse mai quest’armonia.
Nessun temporale si protrae tanto a lungo da non permettere al sole di risplendere. Quindi abbi sempre nel cuore la speranza che se non è oggi, sarà domani. Le cose che vedi senza via d’uscita ti condurranno dove devi e vuoi essere, perché la vita toglie e la vita dà, ma soprattutto regala focolai caldi a chi, con mani tese, ha donato legna da ardere, sorrisi sinceri, parole confortanti al prossimo. Non per scelta o per interesse, ma per volontà e umanità che ha nel cuore, perché con dolcezza ha aperto l’uscio e ha regalato calore a chi gli tendeva la mano. Quindi, non temere, la vita non vuole e non dà giustificazioni, la vita dà solo quello che riceve.
E poi la vita ti sorprende, regalandoti un sorriso dolce. Un sorriso inaspettato dall’inaspettato! Tu!
Ho conosciuto la quiete e solo lì, in quel preciso istante, mi son resa conto con che fottuto pandemonio stavo convivendo.