Paolo Elmo – Social Network
Ogni tanto mi fermo a guardare la finta felicità di facebook.
Ogni tanto mi fermo a guardare la finta felicità di facebook.
Salire sul trono di Facebook è come trovare un posto sull’autobus quando devi scendere.
Nei social network mostriamo i nostri lati migliori… siamo “come si vorrebbe essere” ma è proprio persistendo che è possibile diventarlo.
Mentre io gli raccontavo tutti i miei segreti, lei segretamente voleva prenderseli.
Dopo anni di televisione passiva, si sta assistendo all’esplosione dell’individualità attraverso i social network.
Quando si scrive a tutti, quando si parla con tutti, quando fai vedere qualcosa a tutti, quando sorridi a tutti, quando mandi una bella foto a tutti (l’elenco non finisce mai), significa non dire niente a nessuno. Meglio uscire di casa, incontrare persone in carne e ossa, altrimenti si resta soli davanti ad un computer. L’uomo non è nato per essere sprecato, ha bisogno di concretezze, nel bene o nel male. Ha bisogno di vivere.
L’emozione della prima volta all’iscrizione su Facebook: tutto nuovo, tutto così elettrizzante. La novità si sa rende l’uomo ladro, ma purtroppo non è mancata la delusione dietro l’angolo: tutte queste maschere, tutta questa falsità, l’arrivismo e il cinismo del protagonismo, essere qualcuno conta più dell’essere vero, un mondo assurdo, un mondo che non fa per me.
Gli amori su Facebook sono come i link: tutti uguali, cambi volto ma le parole sono sempre le stesse.
Ho il tuo numero di telefono, abbiamo whatsapp, abbiamo facebook, abbiamo viver e pure non comunichiamo.
Il bello dei social network è che tutti possono dire un sacco di cazzate, con la possibilità che la gente ci creda pure.
Sai che c’è? Mi sono davvero rotta le palle di essere altruista, di vedere sempre il bene in tutti, di esserci per tutti. Ora voglio essere egoista, pensare prima a me e poi agli altri. Sono stanca delle prese in giro, dei ti voglio bene fasulli e tutto ciò che è falso. Cavolo, è cosi impossibile avere un po’ di verità in questo schifo di mondo virtuale?
In una comunità, o in un gruppo qualsiasi, i numeri contano e possano fare la differenza, ma al suo interno contano ancor di più l’armonia e il rispetto reciproco tra quelli che li rappresentano e li aiutano a moltiplicarsi.
Quando sono assente nel virtuale è perché sono molto presente nel reale.
Ignoranti e stupidi popolano il web con l’arma più potente: il diritto di parola senza il filtro del cervello.
Piccola riflessione. Accade sempre più spesso che il social network delle amicizie virtuali (facebook in primis ), sia sempre più zeppo di foto rimaneggiate o ritoccate. Un esercito di nuovi belli si fa immortalare nelle pose più stravaganti per attirare l’attenzione degli utenti della rete. La cosa che mi sorprende di più è che sembrano non esserci più brutti/e in circolazione. Noti pettorali sodissimi, addominali scolpiti, seni turgidi e prorompenti, curve sinuose che ti fanno sbandare e uscire fuori strada. Ed è così che molti concedono la propria amicizia, ignorando talvolta che sotto tali mentite spoglie si celano uomini orrendi e donne che, di velina, hanno solo la carta. Qualcuno addirittura incontrandole stenta a riconoscerle, domandando: “Ma sei proprio tu?” Risposta: “certo che sono io.” Tutto ciò accompagnato da un incauto sorriso a due denti, gli unici due incisivi presenti in bocca. Difficile che possa nascere una nuova amicizia, più verosimile che parta un vaffanculo. Direttamente dal cuore, per nulla virtuale.
Su Facebook non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che ricambia un mi piace.
Se le rivoluzioni si facessero su facebook gli italiani sarebbero meglio degli zapatisti.