Maicol Cortesi – Società
Nelle istituzioni chiedi perché le cose funzionino in questo modo e ti rispondono che la mentalità sia così. Ma da dove arriva questa mentalità, c’è qualcuno che la impone? Ci si può parlare?
Nelle istituzioni chiedi perché le cose funzionino in questo modo e ti rispondono che la mentalità sia così. Ma da dove arriva questa mentalità, c’è qualcuno che la impone? Ci si può parlare?
Se i giovani vanno all’estero per portare l’esperienza al paese va bene, ma se gli altri paesi ci rubano i giovani c’è da preoccuparsi veramente. Ed è una realtà che non va accettata, bisogna combattere.
Il nostro sistema non regge senza i giovani.
Ci illudiamo di poter combattere l’ignoranza e, a guerra persa, impariamo a conviverci.
La legge è uguale per tutti. Gli avvocati e i giudici no.
Abbiamo tutti qualcosa da imparare. Sperando che il maestro non pensi di saper già tutto.
Viviamo in un società squallida e putrefatta, corrosa e corrotta, fino al midollo; la società ci rende avidi, consumisti, conformisti, bigotti; siamo pilotati dalle mode, dai luoghi comuni, dai sentito dire, dalle dicerie, dalle maldicenze; mondo ipocrita e falso, che ci propina falsi miti e una vita meschina e appiattita dalle mode e dall’ignoranza; non rimane che cercare le cose semplici e genuine, l’amicizia, un sorriso, una stretta di mano, voltando le spalle alla società.
Se l’1% di automazione attualmente impiegata per arricchire poche centinaia di persone sulla terra fosse invece impiegata per coltivare la terra in comunità non ci sarebbe neanche bisogno di energie alternative.
In questa società piena di regolamenti diventa quasi impossibile far rispettare la regola giusta. Non ci sono mai colpevoli, perché sono i “colpevoli” ad avere la presunzione di giustizia.
Tutti confusi, tutti strafusi, tutti infusi sugli usi degli elementi di vita quotidiana dove la voce dei rumori del baratro sociale degli usi sconsiderevoli ne fa prodotto di un altoforno a ciclo continuo. Meditate gente, meditate.
Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?
Il giudice di ultima istanza è il pubblico; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine.
Nella nostra arroganza, noi abbiamo ritenuto l’Umanità la prima tra le razze di questa galassia. Tale convinzione sarà smentita come un’idiozia della peggior specie dal risveglio di questi esseri arcaici. Tutti i sogni, le speranze e le promesse di salvezza non sono che polvere nel vento.
Si può definire la legge come l’unione di chi comprende e vede lontano contro chi vede solo ciò che ha vicino. I primi devono costringere i secondi a compiere ciò che è nel loro interesse. Ma non è nell’interesse dei miopi, per farli felici contro la loro volontà, bensì nell’interesse della comunità. La legge è l’arma indispensabile dell’intelligenza contro la stupidità.
Sarà più sicura e salda e meno sottoposta alla fortuna quella società che è fondata e governata da uomini saggi ed attenti. Viceversa quella che è costituita da uomini rozzi ed incapaci dipende in massima parte dalla fortuna ed è meno salda.
Di certo non immaginavo crescendo che il mondo fosse tanto complicato.
Persino il Primo Ministro è solo un vigliacco. Anche due anni fa, quando la stazione orbitale di osservazione dove si trovava mia madre entrò in collisione con Tritone… Fu un incidente causato da uomini irresponsabili! Per nascondere il ritardo dei soccorsi, il governo dichiarò che era stata colpa di mia madre! Maledetti vigliacchi! Siete tutti dei vigliacchi! Irresponsabili! Incapaci! Siete la feccia dell’umanità!