Maicol Cortesi – Società
Nemmeno i posti statali saranno sicuri.
Nemmeno i posti statali saranno sicuri.
Siamo una generazione psicologicamente instabile, cambiamo umore di continuo, viviamo incatenati a noi stessi quando in realtà vogliamo la libertà, la libertà di abbandonare il passato per proiettarci in un futuro migliore.
Se il mondo va a puttane è perché le fondamenta della nostra vita sono state costruite sulle menzogne, anziché sulla verità.
In questo mondo, il connubio perspicacia ed empatia nuoce gravemente alla salute… la propria.
Con la società che ci ritroviamo spesso facciamo determinate cose per dovere, mai per piacere, ed è la forma più ipocrita che possa esserci.
L’Italia è la patria dei diritti per i furbi, e dei doveri per gli onesti.
La diversità non è un sospetto, è realtà sociale.
Quante volte lottiamo affinché la verità vinca sulla menzogna, quante ferite e dolori nel cuore dobbiamo sopportare prima che arrivi la giustizia che invochiamo a gran voce? Per quanto dobbiamo reprimere la nostra indignazione in nome di un bene che stenta ad arrivare?
Se fossimo tutti capaci di sensibilizzare la nostra anima, il mondo diverrebbe un mondo d’amore.
La realtà non è mai solo quella che vedi, perché non c’è peggior mistificatore al mondo dell’occhio umano.
Tutti a elogiare virtù, come sincerità, onestà e lealtà, ma poi in realtà, chi lo è davvero, viene visto e giudicato come un povero disadattato e asociale.
L’essere umano ha dimostrato di essere capace di grandi cose, se non fosse per l’immancabile egoismo e ingordigia di alcuni.
Sesso facile, sesso facile ognidove. Di questo passo ben presto anche i magnaccia diverranno obsoleti e finiranno sul lastrico.
La civiltà giuridica vorrebbe tendere alla giustizia perfetta, ma in questa ricerca dell’eterea perfezione molte ingiustizie restano impunite.
Ma che paura che ho d’essermi bruciato e aver creduto d’aver capito tutto, quando invece ancora adesso non ho capito niente. Niente, niente, niente! E niente alibi, niente balli o rinfreschi, ma veli pietosi stesi, al passaggio d’un povero naufrago che con Rimbaud tra le mani andava leggendo “democrazia” in mezzo a tutta questa bella gente.
Il mondo è un paroliere contorto e ambiguo. Io preferisco mettere in pratica i fatti.
Penso che l’AIDS possa essere sconfitto. Penso sia possibile vincere questa battaglia. È vincibile. Ma questo significa cambiare atteggiamento.