Mentre i suoni e le voci, (scompaiono) nella quiete, le immagini esistono sempre, come nel giorno mite così nella notte. La luce perpetua risplende in esse; il rumore è la gravità delle ore e la volontà dell’espressione singolare.
Sto ricucendo le mie ore dietro una finestra; il vetro sembra la soglia di una nuova identità. Viaggio. Sfumature di contorni e qualche goccia di una stanca pioggia segnano le fermate dell’ansia. Il mio respiro inizia a correre mentre sfoca ogni immagine oltre il vetro. Inizia il sogno.
Sei così bella ma vorresti sparire, in mezzo a tutte queste facce, come se con te sparisse anche il dolore senza lasciare tracce.
Non sono una persona fatta di croci e credo, ma di Peccati e Sogni.
Non me ne frega niente, non mi interessa più niente ormai. Mi ritengo una persona che può permettersi dicamminare a testa alta, e chi come me può permetterselo non può lasciarsi fare a pezzi dalle parole dichi sa solo illudere. Io fatta di piccole cose semplici ma vere non posso permettere a chi non conosce sentimento di prendersi gioco dei miei.
Scivola nelle arterie, ti percorre a tutta velocità, passa dal cuore scatenando una danza di battiti, raggiunge la mente dove il suo tocco ravviva ogni singolo pensiero. Il linguaggio muto dell’emozioni.
Non dovrei, freddolosa come sono, sentire più freddo dentro che fuori. Eppure.