Sophie Divry – Libri
La biblioteca è l’arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori.
La biblioteca è l’arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori.
Harwin sbarrò gli occhi. “Dèi misericordiosi” disse con voce strozzata. “Arya…? Arya Piededolce? Lem, lasciala andare!””Mi ha rotto il naso.” Lem la scaricò sul pavimento senza troppi complimenti. “Per i sette inferi, ma chi dovrebbe essere questa qua?””La figlia del Primo Cavaliere.” Harwin si prostrò con un ginocchio a terra davanti a lei. “Arya Stark di Grande Inverno”.
Ma non ho mai incontrato una persona alla quale abbia desiderato affidare la mia anima. Ci sono dei geni a cui vengono date le tessere di un puzzle con l’immagine di un pappagallo e loro ne ricavano un pesce. Io ti ho consegnato un parassita e tu hai ricomposto un uomo. Usando gli stessi pezzi ma migliorandone il risultato.
Jon Sonw, a te la Barriera.
Era questa la parte più straziante della tortura che spesso impartiva a se stesso: raccogliere frammenti di quel che lei gli aveva detto o scritto in precedenza e incollarli nella sua mente in modo da creare vividi collage di dolore e abbandono.
Anche lei, quando la nave aveva lanciato il primo addio, quando era stata tolta la passerella e i rimorchiatori avevano cominciato a trainarla, ad allontanarla dalla terra, aveva pianto.Lo aveva fatto nascondendo le lacrime, perché lui era cinese e non si doveva piangere quel genere di amanti, nascondendo alla madre e al fratellino il suo dolore, senza lasciar trasparire niente, come erano abituati a fare tra di loro.La grossa automobile era lì, lunga e nera, con l’autista vestito di bianco al volante. Era un po’ in disparte dal parcheggio delle Messaggerie Marittime, isolata.L’aveva riconosciuta da questo.Era lui sul sedile posteriore, quella forma appena visibile, immobile, abbattuta. Lei stava appoggiata al parapetto.Come sul traghetto, la prima volta, sapeva che la stava guardando. Anche lei lo guardava, non lo vedeva più ma continuava a guardare verso la forma dell’automobile nera.E poi alla fine non l’aveva più vista. Era sparito il porto e poi la terra.
Guardandosi allo specchio rimase stupefatto nel vedere la sua immagine molto più magra di quanto non ricordasse: rassomigliava straordinariamente al giovane nipote di Bilbo che andava girovagando con lo zio nella Contea; ma gli occhi che lo guardavano erano pensosi.”Si, hai visto un bel po’ di cose dall’ultima volta che guardasti fuori da uno specchio”, disse alla sua immagine.