Søren Aabye Kierkegaard – Stati d’Animo
La fede si può definire un’illogica fiducia nel verificarsi dell’improbabile.
La fede si può definire un’illogica fiducia nel verificarsi dell’improbabile.
L’invidia? Non è un problema mio, è un grattacapo per chi la prova.
Ma chi sono io?La risposta: sono la somma di tutto ciò che è accaduto prima di me, di tutto ciò che mi si è visto fare, di tutto ciò che mi è stato fatto.Sono ogni persona e ogni cosa il cui essere al mondo è stato toccato dal mio.Sono tutto quello che accade dopo che me ne sono andato e che non sarebbe accaduto se io non fossi venuto. E ciò non mi rende particolarmente eccezionale; ogni “io”, ognuno di noi che siamo ora più di seicento milioni, contiene una simile moltitudine.Lo ripeto per l’ultima volta: se volete capirmi, dovrete inghiottire un mondo.
La sensibilità è il vestito dell’anima, con cui ella manifesta la luce dei valori profondi.
Spesso si vuole cogliere nell’altro il proprio riflesso, come in uno specchio, ma ognuno è se stesso e riflette solo la propria immagine.
Non sono né ateo né credente né, tantomeno, satanista. Che cosa sono io? Sono solo me stesso con tutti i miei difetti e pregi, ma ancora me stesso.
Dopo una forte illusione segue sempre una delusione. L’importante è averci creduto, perché si è vivi se si sogna, anche se poi la realtà ci sveglia urlando.