Stanislaw Jerzy Lec – Abuso
Quando sei stato usato come strumento, non aspettare che finisca la canzone.
Quando sei stato usato come strumento, non aspettare che finisca la canzone.
Non si giudica una persona solo per sentito dire, non sapendo nulla sul suo conto. Non si dovrebbe giudicare affatto perché a ognuno di noi non è permesso giudicare, ma se mai pensare sul chi può esser veramente una persona: nulla di più ci è permesso di fare.
Quando l’infamia arriva dal fango non macchia, dà una nuova sfumatura al puro.
Sul lavoro spesso c’è chi commette abusi, quelli sessuali sono riprorevoli, ma la sottomissione dell’essere è la più ignobile.
Non vi è mitezza e padronanza nella parola violenza.
L’orrore quotidiano, quello che ti distrugge dentro senza sosta, la violenza delle parole, la violenza sulla mente che ti costringe a non essere te, perché in fondo, come te stessa non vai mai bene. Tanto, qualunque cosa tu faccia sei sempre in balia dei suoi cambiamenti d’umore. Ascoltare quelle parole che sembrano finestre sul mondo, ma si rivelano muri dove andare a sbattere, muri che feriscono la propria dignità, quelle parole che come coltello ti uccidono lentamente e ti domandi, cosa ci stai a fare a questo mondo. Poi arrivi tu e ti prometti di occuparti di te. Nessuno, se non tu, puoi farlo, iniziando a rispettare la tua dignità di persona. Non è facile, ma ci puoi provare.
Tutto è contaminato dall’uomo, questo essere spaventoso.