Stanislaw Jerzy Lec – Poesia
I poeti sono come i bambini: quando siedono a una scrivania, non toccano terra coi piedi.
I poeti sono come i bambini: quando siedono a una scrivania, non toccano terra coi piedi.
La poesia diffusa nel mondo, comprende tutte le cose del Creato; proprio come una sinfonia, che includendo in sé tutte le note della scala musicale, riesce ad esprimere un’opera sublime.
Il cuore, in apparenza semplice, nasconde un profondo abisso che solo Dio conosce, che spira a noi il vento della poesia donandoci solo dei barlumi, dei lampi fuggevoli di questo profondo abisso.
La parola va cercata perché sia giusta; non perché sia ricercata.
Il parto dell’uomo è doloroso, specialmente quando egli mette al mondo sé stesso in età adulta.
Il poeta vive nel mondo “reale”. Lo si teme perché mette l’uomo col naso nelle sue caccole. L’idealismo umano cede di fronte alla sua probità, alla sua inattualità (la vera attualità), al suo realismo che la gente considera pessimismo, al suo ordine che chiama anarchia. Il poeta è antiprotocollare. Si è creduto per molto tempo che fosse il capo del protocollo della inesattezza. Il giorno in cui il pubblico ha capito quello che era veramente, lo ha temuto.
Scorre la vita su di un foglio di carta scritto da un poeta.