Stefano Benni – Stati d’Animo
Come vivo la solitudine? A volte con benevola pazienza, a volte con dolore. Passeggio lento, cucino male, scrivo con cura, dormo poco, penso molto.
Come vivo la solitudine? A volte con benevola pazienza, a volte con dolore. Passeggio lento, cucino male, scrivo con cura, dormo poco, penso molto.
Nuotando tra idee e riflessioni affido all’inchiostro apnee e ossigeno di emozioni.
“Dài, apri, non fare tante storie per quel cretino.””Era il tuo migliore amico!””Era. Hai detto bene. Avanti. Puoi non andare a scuola, ma apri, ti prego, fallo per me. Sai che mi fanno paura le porte chiuse.”
Ho imparato a resistere agli urti in maniera delicata.
Per quanto il desiderio mi sia pelle e la passione, drappo cucito a questa, mi appartiene una compostezza antica che non mi permette di osare. Per quanto le lacrime mi siano acido e per come mi stiano corrodendo da dentro, ho un asse che mi tiene la schiena dritta. Mi pervade lo sgradevole odore della resa anticipandomi il pensiero ed i passi e m’intralcia il cammino come mi fosse pietra che sa quando cadermi sul cuore, schiacciandolo, vittima sfigurata di un incidente previsto.
È difficile far parlare il cuore, lasciare libere le emozioni e chiudere la bocca alla realtà. Tanto difficile. Ma ancora più difficile è inseguire un sogno che sa renderci “felici”.
Anche se il cuore batte non è detto che viviamo.