Stefano Del Degan – Vita
L’Armonia del Vivere, non è altro che il susseguirsi della sommatoria dell’Essere.
L’Armonia del Vivere, non è altro che il susseguirsi della sommatoria dell’Essere.
Noi tendiamo a confondere responsabilità con stress, ma la responsabilità diventa stressante solo quando non ci si sente forti a sufficienza per affrontarla.
La vita è un ring di box sul quale il nostro avversario si chiama destino che è infinitamente più forte di noi.
Quante volte non ho compreso quanto mi stava accadendo, trovandomi completamente spiazzata! Solo dopo mi sono resa conto che nulla accade per caso: tutto ha un fine, solo che lo capiamo solo dopo: quando il destino ha deciso già per noi.
Non lo so ma èstretta nella ragnatela dei ricordi esoffoco la mia vita… filo delicato… sciupato dal tempo intento più volte a spezzarsima grazie a echi di ricordi rumorosi… è rimasto sempre unito a me… come conduttore di emozioni.
A volte mi opprime un gran peso, un lago di ghiaccio nero, quando penso che da un capo all’altro di questa terra neppure un’anima sa chi sono.
Tutto ciò che ognuno di noi fa in questa vita è semplicemente relativo ad essa. Quindi paradossalmente non è il caso di perder tempo a chiedersi se ciò che facciamo sia giusto o sbagliato, l’importante è fare perché nell’agire scopriremo le nostre aspirazioni e le nostre felicità nascoste che senza osare, mai avremmo potuto immaginare di avere. Queste una volta scoperte renderanno più intense le nostre giornate e nello stesso tempo più leggere e meno noiose, così, se davvero la nostra vita dovesse finire un attimo dopo il nostro ultimo respiro, l’azione l’ha resa degna d’essere vissuta.A maggior ragione lo stesso discorso vale nel caso in cui noi speriamo che la vita non finisse qui, perché altrimenti sarebbe come sperare di aver vinto una scommessa senza effettivamente avere scommesso. Sicuramente un ipotetico Dio, per il semplice fatto di avere agito, anche se contrariamente alla sua parola, avendo sfruttato il libero arbitrio e la propria intelligenza condannerà meno gli errori da noi commessi rispetto a coloro che non hanno osato, altrimenti sarebbe troppo facile: basta non giocare per essere sicuri di non perdere! Quindi in conclusione penso che questo Dio condannerà più coloro che si sono dimostrati inetti che coloro che hanno errato agendo. E se così non fosse, se riterrà più grave l’aver sbagliato che il non aver agito, penso che ci dovrà perdonare lo stesso perché ciò significherebbe che la logica umana è diversa da quella divina o che questa non può essere, per una nostra limita intelligenza, compresa.