Stefano Gentilini – Stati d’Animo
Quando saprò chi sono, lascerò agli altri la necessità di definirmi.
Quando saprò chi sono, lascerò agli altri la necessità di definirmi.
Quando sei triste pensa a tutte quelle persone che ti amano; non importa che sia una o cento; ciò che conta e che per loro sei importante. Ricorda, nessuno è veramente solo, se non siamo noi a volerlo.
Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.
Trascorreranno giorni, mesi, anni, decenni, ma il ricordo vivo di chi ha saputo rendere la tua vita speciale lo porterai sempre con te. E dovunque ti potrà la vita, chi ha rubato il tuo cuore rimarrà con te per sempre custodito nell’eternità di ciò che sei.
Inutile cercare chissà dove, spesso basta rovistare per bene dentro di sé per trovare tutto ciò che ci serve.
Le belle facce, le parole sporche. E non ci sto, non lo accetto. Non sono mai stata brava a farmi andare bene tutto. Che son qui per combattere e magari ferirmi. Che la voglio dire tutta e poi magari pentirmi. Mi seguo da sola, non inseguo nessuno. Lo riconosco il marcio che scivola nel buio.
La tenerezza fa più rumore di mille parole.