Stephenie Meyer – Libri
La consapevolezza aveva fatto breccia e scorreva come acido nelle mie vene.
La consapevolezza aveva fatto breccia e scorreva come acido nelle mie vene.
Amo i libri perché non urlano, tacciono e allo stesso tempo dicono molte cose.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarantanni.
Primula sa che io l’amo e mi ama, ma dentro di sé ha un nugolo di sentimenti che vorrebbe tirar fuori e non può; si aiuta a gesti, a parole smozzicate. Non che m’importi per me, ma soffro per lei. Lo vedo, sarebbe felice di farmi un discorso, raccontarmi di più, trovare tenerezza, ma tutto quel che ha dentro purtroppo resta lì, perché le mancano le parole. Io le dico: “Non preoccuparti, capisco lo stesso, so cosa vorresti dirmi”, ma non le basta, non può bastarle. I suoi occhi si riempiono di lacrime, si accuccia sul mio corpo e singhiozzando farfuglia un “volevo dire…” che rimane a mezz’aria, come una premessa senza fine.
Un legame di sguardi e di silenzi li univa tra le ombre di quella casa, alla fine di una strada isolata dove si prendevano cura l’uno dell’altro, lontani dal mondo.
Richard era ligio ai suoi precetti morali, rispettava quei valori che valgono soltanto quando non c’è nessuno che cerca di farti fuori. Se lo avessi sposato, le sue possibilità di condurre una vita vagamente normale si sarebbero azzerate. Io vivevo, per così dire, in una zona di guerra, e Richard meritava di meglio.Invece Jean-Claude viveva nel mio stesso mondo, non si faceva illusioni sulla gentilezza degli sconosciuti; se era per quello, Jean-Claude non si faceva illusioni proprio su nessuno. Se avesse saputo che un assassino mi dava la caccia non ne sarebbe rimasto minimamente sconvolto, anzi mi avrebbe semplicemente aiutata a escogitare una difesa. Certe notti, pensando a Jean-Claude, dicevo a me stessa che ci meritavamo l’un l’altra.
Pensate di essere liberi, ma probabilmente non c’è un gesto, un pensiero, un’emozione, un atteggiamento, una convinzione in voi che non venga da qualcun altro.