Susan Randall – Stati d’Animo
C’è un filo invisibile che ci lega alla vita, quel filo si chiama follia!
C’è un filo invisibile che ci lega alla vita, quel filo si chiama follia!
Il legno del Dolore perpendicolare all’asse della ferita. Fatta di baci spenti e desideri come bracieri ormai fumanti tra cenere e fuliggine e lo sporco attorno. Dentro.
Sai a volte ho paura, ho paura di sbagliare, ho paura di provare quel sentimento chiamato amore, ho paura di illudermi di qualcosa che poi in realtà non esiste, ho paura di non saperti amare come meriti tu. Ma la paura mia più grande è quella di perdere te e sapere che un giorno tu, ti dimenticherai di me.
Voglio essere povero per non essere infelice.
La razionalità è una cella angusta, ma l’immaginazione è maestra di escapologia.
Era solo quando mi trovavo solo con me stesso che riuscivo a sentirmi più amico di ogni altra persona su questa terra, è un po triste da dire ma era così. Conoscevo un sacco di persone speciali, alcune lo erano davvero tanto, ecco, quando ero solo riuscivo a contarle; ma quando ero da solo pensavo, soffrivo, mi facevo anche del male a volte, ma era solo con la forza interiore, con l’aiuto di me stesso che riuscivo a risolvere tutto, e così nessuno mi avrebbe mai più tradito e sarei riuscito sempre a perdonarmi.
Che andassero a quel paese i così detti “amici” e anche quelli falsi che mi cercano solo quando gli servo. Al diavolo anche le giornate no. Quando sono di malumore vi conviene starmi alla larga, da oggi dò il benvenuto solo alle giornate sì e non voglio più rotture di scatole, da parte di nessuno.