Con le nostre mani possiamo curare, accarezzare, guidare, sostenere, dar da mangiare e da bere. Possiamo aprirle per donare e per ricevere.Oppure possiamo chiuderle ostinatamente alle necessità di chi ci passa accanto. Con le nostre mani possiamo ferire. Con le nostre mani possiamo perfino uccidere.Le nostre mani: segno di benedizione o di maledizione.E tu cosa scegli?
Per quel che mi riguarda, so che l’inferno esiste. E con esso il Paradiso.
Ri-cor-dare, ovvero riportare al cuore…Ci sono alcuni ricordi che saranno per sempre associati alla sofferenza. Magari smorzata dal tempo, Oppure appena velata di malinconia. Ma sempre lì, dolorosamente presente, reale.
Nulla è tanto aspro di colui che si rivela un falso amico.
(Il bello è che) ognuno è quello che è. Non ciò che mostra di essere, né quello che credono gli altri.
Chi ha detto che genio e follia sono le due facce della stessa medaglia?Nessuno!?Beh, lo dico io… Ego dixi.
Un tempo definivo il mio umore come il tracciato di un elettrocardiogramma.Alti e bassi.Gli alti, più alti dell’Everest.I bassi… più bassi della Fossa delle Marianne!Senza via di mezzo.Ora, dopo un’acme quasi insostenibile di dolore, ho imparato a percepire anche… le onde medie.
Uffa! Ma quando arriva l’alba!?Che da ultimo scacci le tenebre, rivaleggi con l’oscurità, abbagli con la sua tenue luce, sfolgorando nella notte!
Non mi è mai piaciuto il fritto misto. Prendere dal piatto una verdura in pastella senza sapere se sarà un cavolo, un broccolo o un carciofo mi toglie il gusto di mangiare.Preferisco assaporare anche con gli occhi. E pre-gustare, pre-sentire, pre-vedere ciò che sto degustando…
Siamo in un paese libero ma in molti cercano di impedirti di essere libero davvero.
Essere sempre sé stessi nella verità. Questa è libertà.
L’altro a volte è uno specchio brunito e opaco, che (in)consapevolmente distorce l’immagine che riflette.
Ecco, il sipario ormai sta calando. Le luci son già spente. Non resta ormai che il pallido eco di lacrime e risa. L’attore si guarda attorno esitante e smarrito. Il teatro è deserto, non resta alcunché. Per un attimo una mano crudele gli artiglia il cuore e gli mozza il respiro. Poi scuote la testa e sorride tra sé: domani è un altro giorno. Chissà…
Io parlo nel silenzio…
Umiltà è non sapere affatto cos’è l’umiltà.Ed essere contenta lo stesso.
Voglio essere me stessa, checché tu dica.
Verba volant… orationes manent.