Albert Einstein – Comportamento
Ci sono due modi in cui puoi vivere la vita. Uno sta nel non ritenere possibile il miracolo. L’altro sta nel ritenere ogni cosa un miracolo.
Ci sono due modi in cui puoi vivere la vita. Uno sta nel non ritenere possibile il miracolo. L’altro sta nel ritenere ogni cosa un miracolo.
É meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione.
I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati.
Le tre regole di lavoro:1. Esci dalla confusione, trova semplicità.2. Dalla discordia, trova armonia.3. Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole.
Chi ha da fare non ha tempo per le lacrime.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione; attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione; sino a includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza.
Se l’umanità deve sopravvivere, avremo bisogno di un vero e proprio nuovo modo di pensare.
La conoscenza di ciò che è non apre direttamente la porta alla conoscenza di ciò che dovrebbe essere. Si può avere la conoscenza più chiara e più completa di ciò che è, e tuttavia non riuscire a dedurre da questa quale dovrebbe essere la meta delle nostre aspirazioni umane. La conoscenza obiettiva ci fornisce strumenti potenti per la conquista di certe mete, ma il fine ultimo e il desiderio di raggiungerlo devono nascere da un’altra fonte.
Sono convinto che alcune attività e pratiche, politiche e sociali, delle organizzazioni cattoliche sono dannose e pericolose per la comunità intesa nel suo insieme, qui e dovunque.
L’uomo che considera la propria vita e quella dei suoi simili senza senso non è soltanto sfortunato ma è quasi squalificato per vivere.
Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.
Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo “universo”, una parte limitata nel tempo e nello spazio.Sperimenta sé stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza.Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che ci sono più vicine.Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato.
Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto.
Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita, quella interiore e quella pubblica, dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse e mi dico che devo impegnarmi a restituire quanto ho ricevuto e ancora ricevo.
Allo sbarco negli Stati Uniti, Einstein, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che domandava: “Razza di appartenenza?” E lui scrisse: “Umana”.
L’importante è non smettere di fare domande.