Alessandro Bon – Filosofia
Ho imparato una lezione nella mia breve vita: chi chiude il cuore a uno sconosciuto perde un intero mondo.
Ho imparato una lezione nella mia breve vita: chi chiude il cuore a uno sconosciuto perde un intero mondo.
Ogni esperienza è un seme per il giardino della nostra vita. Eppure pochi ne sanno trarre un vero insegnamento, eppure pochi riescono a far nascere una grande pianta, e il seme marcisce, sprecando l’ennesima occasione di crescita personale.
Non puoi spezzare un albero cresciuto nella tempesta. Troppo forti sono le sue radici per essere divelte. Meglio, o Destino, che ti accanisca contro quegli alberi di città, elegantemente vestiti ma vuoti dentro.
Nella vita i traguardi più importanti si possono raggiungere solo con tanto pudore, e tanta umiltà.
Le belle sensazioni sono come le ali delle farfalle: non si dovrebbe mai toccare per trattenerle con sé, ma viverle intensamente e fermarsi a gioire di loro. E sperare che una volta volate via arrivino altre farfalle da ammirare.
Le promesse sono foglie morte, se non si trasformano in fatti concreti.
Pensa differente, vivi differente, agisci differente, compra differente, mangia differente. Solo con l’omologazione possono controllarti.
Bisogna aver il coraggio di lasciarsi alle spalle chi non vuole percorrere la nostra strada. Se così non fosse non potremmo mai raggiungere la nostra meta.
Gli artisti son spesso come delle molle, che devono chiudersi in sé stessi per poi poter saltare più in alto degli uomini comuni.
Non c’è nulla del tuo passato che mi possa fare paura, se tu accetterai che io sia il tuo futuro.
L’uomo nasce da una donna, esce dal grembo di una madre, deposita il suo seme nel grembo dell’amata, e sogna di continuare a vivere attraverso il grembo della figlia. La vita ha senso solo grazie a questo dono che abbiamo ricevuto dal demiurgo: le donne, un vero ponte fra passato e futuro.
Ti regalerei un fiore, ogni venerdì, non per ritualizzare il nostro amore, ma come segno di presenza. Ti regalerei un sorriso ogni mattina, non perché te lo devo, ma perché tu sei lì a ricordarmi ciò di bello che ho nella vita. Ti regalerei un abbraccio tutte le sere, non per sentire il tuo corpo, ma per riavere una parte del mio.
Se tu mi chiedessi cosa voglia dire “anima gemella” io ti direi provare amore, felicità e sentirsi completi al solo parlare. Come Socrate affermava nel Simposio che due uomini assieme creano discorsi stupendi. Io dico che due anime che si amano generano poesia. Lui due uomini, io una donna ed un uomo.
Se Dio ci avesse voluto casti non ci avrebbe donato il piacere. Se avesse voluto il sesso atto alla sola procreazione non ci avrebbe dato l’amore. Se avesse visto nei nostri corpi il peccato non li avrebbe resi desiderabili. Se Dio è Amore, nulla ti deve scandalizzare in un atto tanto puro quanto bello.
Non riuscivo a smettere di guardare i tuoi seni, nudi ed invitanti di fronte a me. Avevo in me due istinti, contrapposti fra loro ma entrambi maschili, volevo sentirli miei, possederli, viverli, renderli parte di me. Ma sentivo anche la necessità di appoggiarvi il volto ed implorare dolci carezze per sentirmi amato, per sentirmi parte di te.
Piangevi la notte e non sapevo come consolarti. Se ti abbracciavo ti giravi di scatto e mi spogliavi, cercando nel sesso ristoro e un rifugio per dal tuo passato. È stato quello a far finire il nostro amore. Il tuo voler nascondere nel sesso il tuo passato, cercando in pochi momenti di gioia la scusa per non crearti un futuro.
Non mi hai mai perdonato di ambire più alla tua anima che al tuo corpo. Ti sentivi ferita come donna. Ma non capivi che la tua anima mi avrebbe accompagnato per sempre, mi avrebbe reso parte di te, mentre il tuo corpo sarebbe stato mio giusto il tempo di una vita.