Angela Cicolari – Frasi Sagge
Colui in cui riponete la Speranza, sarà la vostra rovina.
Colui in cui riponete la Speranza, sarà la vostra rovina.
Inutile chiamare “errore” quello che in pratica è il ricettacolo dell’odio e della parzialità da prima degli inizi del tempo.
Le idee, le considerazioni che circondano una persona, sono come bolle di sapone che si spostano nell’aria a seconda del vento. Quello che invece scaturisce dall’anima è una forma definita che trova nella realtà il suo riscontro.
Perché la storia non si ripeta non basta guardare il passato, ma osservare onestamente il presente.
Non si può confidare in un inganno: ogni azione del male è solo intesa a salvaguardare sé stesso e avere per sé il più possibile.
La vendetta, l’ingordigia, l’odio, la parzialità, l’invidia, non costruiscono secondo leggi stabili: fra strade ed edifici di nebbia, in un presente vago, le macerie del futuro.
Per quanto siano gli angeli, per quanto sia forte il tuono che si impone, è legge di natura che il male non risolve e la vendetta è un’illusione temporanea.
La rassegnazione è una forma di vigliaccheria. Anche un minuscolo sasso può provocare seccature, in un immane ingranaggio.
A volte si può trovare la libertà restituendola ad una persona a cui la si è tolta ingiustamente, per seguire l’illusione di un padre onnipotente.
L’amore basato su un internamento e un assassinio, è come la pace basata sulla bomba atomica.
Se l’Unico giudice è corrotto, o segue semplicemente la sua natura e i suoi interessi, non è forse lealtà ai valori di sempre, e non tradimento, seguire quelle stesse certezze anche di fronte ad un potere collerico, famelico e inattaccabile?
Dalla morte non si ottiene vita.Dall’ingiustizia non si ottiene giustizia.Dalla menzogna non si ottiene verità.Dalla ferocia non si ottiene gentilezza.Dalla parzialità non si ottiene equità.Dall’odio non si ottiene amore.Nemmeno l’Essere più potente può pretendere queste cose, perché lo sovrastano.
La macellazione, la deportazione, il rapimento, sono ben strani tipi di amore. Malato. Forse, semplicemente ipocrita e furbo.
Conto sulle dita quanti anni rimangono e vedo che nei numeri c’è stato un cambiamento: è stato scomposto un numero primo per offrire cibo più che abbondante nella mensa, offrendo un corpo sopra la tavola come fosse una torta di mele che, forse, conferisce eternità. Mi sorge spontanea una domanda da porre agli angeli e ai potenti sopra i cieli: vi è andato completamente di volta il cervello?
Che amore, o destino si può mai ottenere, con l’assassinio, la deportazione, questa volta di una sola persona, seguendo le vane speranze del nuovo Mussolini, il divino messia?
Può succedere che tirando troppo la corda, ci si impicca da soli.
Di solito non è quello che si dice a svelare l’importante, il fondamentale, ma quello che non si dice.