Anonimo – Nemico
Preferisco rendere onore a un nemico che lo è sempre stato che a un amico che lo è diventato.
Preferisco rendere onore a un nemico che lo è sempre stato che a un amico che lo è diventato.
Ci sono tre regole fondamentali per affrontare un nemico:1) sii sicuro di te stesso;2) non avere paura;3) non avere pietà.
Contro gli infami, non ci sono limiti.
L’amico: quella persona con cui compi innumerevoli cose nella vita.Il nemico: l’amico, dopo aver compiuto con lui anche una sola cosa sbagliata…
Gli amici si contano sulle dita di una mano.Per i nemici basta il medio!
Dietro il fatto che i miei nemici siano dei perfetti idioti, devo riconoscere la mano di Dio…
La tua invidia è la mia forza.
Perdono i miei nemici ma tengo i loro nomi un mente.
Preferisco circondarmi di poche persone, ma quelle poche persone mi devono voler bene e mi debbono far stare bene. Il resto può andare a fanculo per direttissima!
Le cattive compagnie si nascondono dietro la parola amore, una parola usata ed abusata.
I nostri nemici sono innovativi e pieni di risorse, e anche noi lo siamo. Loro non smettono mai di pensare a nuovi modi per danneggiare il nostro paese e la nostra gente, e nemmeno noi lo facciamo.
In ogni epoca si è cercato sempre un nemico da giudicare. Il nemico inesistente si chiama uomo e su di lui spesso si alimenta pregiudizio. Abbandoniamo questo pregiudizio e puntiamo invece all’uomo come individuo.
La musica è l’esempio unico di ciò che si sarebbe potuta dire, se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee, la comunicazione delle anime.
Dio è amore. L’amore è cieco. Ray Charles è cieco. Ray Charles è Dio!
La musica è una delle vie, che conduce le anime in cielo!
Quando la musica è finita spegni la luce e falla continuare nel buio del tuo silenzio.
Ricordo quando ascoltai Los Angeles, il disco degli X che è stato l’album della mia iniziazione al rock: ero in Australia, il mio paese natale, nel mezzo di niente. Cominciai a volteggiare come un folle, un’energia liberatoria si era impadronita di me, mi era entrata nelle ossa e io la stavo rigurgitando. Mi faceva sentire libero, bello, eccitato. In quel preciso momento capii quale doveva essere il mio mestiere: far sentire la gente in quel modo. E fare felice me stesso. Estendere quell’intangibile, meraviglioso feeling a una vita intera.