Arturo Graf – Antichi aforismi
La poesia della vita è com’una di quelle sorgenti occulte e profonde e a farle scaturire dalla terra si vuole molto studio e fatica, ma che poi scaturite, più non si perdono.
La poesia della vita è com’una di quelle sorgenti occulte e profonde e a farle scaturire dalla terra si vuole molto studio e fatica, ma che poi scaturite, più non si perdono.
Nessuno più codardo di colui che per sottrarsi ai dolori onde suol essere accompagnata la vita né suoi gradi più alti, vorrebbe potere scendere a quei più bassi gradi della vita che, appunto perché più bassi, sono esenti da quei dolori.
Gli egoisti sono poveri maestri nell’arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.
Nulla è che tanto impedisca la felicità quanto un desiderio smodato e un soverchio studio di procacciarla.
Ciò che una generazione imparò a caro prezzo, la susseguente disimpara celiando.
La politica comune è, troppo spesso, l’arte di mandare innanzi, a braccetto, la verità è la menzogna, per modo che chi le vede passare non sappia distinguere quale sia la menzogna e quale la verità.
Tanto vale l’uomo quanto vale il concetto che egli si forma della felicità.
Chi si fida di ognuno, mostra d’avere poco discernimento e poco giudizio: chi non si fida di nessuno, mostra d’aver neanche meno.
La vanità della scienza comune può essere veduta da una scienza superiore; non mai dall’ignoranza.
Il tempo è denaro! – È dunque cosa di sì piccolo pregio il tempo?
Chi voglia udire la voce sincera della coscienza, bisogna che sappia fare silenzio intorno a sé e dietro di sé.
Un valentuomo che si batta in duello con uno stordito, ma come quel giocatore che giocasse una posta molto grossa contro una posta molto piccola.
Chi, per esser privo di beni della fortuna, si lagna di non aver nulla e di non esser nulla, fa di sé quel giudizio i suoi nemici potrebbero fare, e che egli mostra di meritarsi.
Scorgere della vita anche le minuzie è bene; contemplarle è male.
Molti uomini paiono sensati di qua da certo confine, di là dal quale appaiono improvvisamente insensatissimi.
Certi bibliofili fanno all’amore cui libri e a un dipresso come gl’impotenti fanno all’amore colle donne.
Chi fa un libro ci mette dentro, di solito la parte migliore di sé; e per questo, conversare con i libri, è più piacevole che conversare con gli uomini.