Carl William Brown – Società
Shakespeare diceva che la società è un serpente che si morde la coda, e se noi le tagliassimo la testa?
Shakespeare diceva che la società è un serpente che si morde la coda, e se noi le tagliassimo la testa?
Forse molti di voi non sanno la differenza tra i diritti positivi e quelli negativi, ma non è colpa vostra è colpa dell’ignoranza dei vostri politici, dei vostri insegnanti, dei vostri intellettuali, dei vostri presentatori…
L’economia sarebbe una scienza esatta se non intervenisse il cosiddetto fattore umano a rovinare tutto.
Le leggi possono e devono essere interpretate, e se avete pochi soldi, siatene certi, verranno interpretate male.
Una società che non tutela le minoranze è ingiusta. Tutte le società tutelano scarsamente le minoranze. Tutte le società sono ingiuste.
Le moderne società capitalistiche preferiscono garantire molti fatui bisogni a pochi che non pochi fondamentali bisogni a molti.
Il nostro sistema economico evidentemente non è “Pareto efficiente”, infatti più qualcheduno aumenta il proprio benessere e più gli altri aumentano il loro malessere: il nostro sistema è quindi “Pareto deficiente”.
Ormai il concetto di uguaglianza non esiste che in matematica.
Costruendo una nuova scuola forse si migliora la società; costruendo una nuova prigione di sicuro la si peggiora.
Affinché tutti possano vivere bene, l’organizzazione sociale deve essere semplice ed efficiente, al contrario oggi è tremendamente complessa ed inefficiente.
La società è gerarchicamente parlando a forma di piramide, la base si porta sulle spalle tutto il resto.
E se un giorno lo sfruttato diventasse sfruttatore? Noi non dobbiamo solo invertire i ruoli, ma dobbiamo invece trovare l’equilibrio, la stabilità, la vera uguaglianza.
La sapienza aveva incoraggiato i più forti a governare, poi subito dopo, visto i risultati, colta da orrore e pentimento si suicidò. Per tale motivo, da allora, il mondo è prosperato nell’imbecillità.
La storia deve rendere giustizia dei dittatori e tramutare le loro glorie momentanee in infamia duratura.
In economia il fattore umano è determinante, ma poiché è un fattore demenziale, potete ben capirne le conseguenze.
L’imbecillità non è tipica solo dei potenti, però attraverso loro comanda.
Combattere l’ingordigia e l’avidità del nostro prossimo significa dichiarare guerra all’egoismo della razza umana, significa aggredire ciò che anche Kant definiva come il “male radicale” della società; in questi termini la lotta diventa dunque un dovere etico e la protesta una necessità esistenziale.