Chiara Mineo; Esmeralda Piccione – Successo
Dov’era la vittoria degli eroi? Chiusi gli occhi aspettando il momento fatale, aspettando che il mio corpo si scontrasse contro l’acqua gelida o contro uno degli scogli. Non pensavo che sarei morta così.
Dov’era la vittoria degli eroi? Chiusi gli occhi aspettando il momento fatale, aspettando che il mio corpo si scontrasse contro l’acqua gelida o contro uno degli scogli. Non pensavo che sarei morta così.
“Tu non sei sola, ci sono io con te!”, disse l’angelo porgendomi la mano. Mi asciugai gli occhi toccando lentamente la sua mano per poi afferrarla. La mano di una ragazza, forte e decisa, stava stretta in quella di un uomo, anzi un ragazzo sicuro di se e del suo amore. “Ti amo!”, sussurrò. Quelle parole risuonarono nella mia mente colpendo dritto al cuore.
Era l’unica cosa che fino ad allora mi aveva conferito una valida ragione per andare avanti, per continuare a rialzarmi. Era la mia forza, la mia ninfa vitale. E invece lei ora era lì, con Lui, e cantava come un angelo.
Guardai l’orizzonte, mentre i raggi del sole si facevano strada tra la coltre di nubi. Presto avrei trovato Amy, l’avrei riportata tra le mie braccia e chissà, forse un giorno, saremmo potuti rimanere insieme per sempre.
Fissavo le mie mani, incredulo. Non un briciolo di forza era rimasto nella mia carne, nelle mie ossa, ora così fragili. Erano questi i momenti in cui avrei desiderato morire, lasciarmi tutto alle spalle per seguire l’eterno riposo che da oltre cinquecento anni mi attendeva.
Cercai oltre le urla strazianti di quegli innocenti che nella mia mente non esistevano, lo sentivo. Era solo un’illusione! Percepivo una dolce litania crescere dal mio cuore. Mi concentrai su questa. Era il canto della fenice.
Lo sentivo premere contro di me. Volevo lasciarmi andare. Volevo vivere per qualcuno.
Lo sentivo premere contro di me. Volevo lasciarmi andare. Volevo vivere per qualcuno.