Émile Michel Cioran – Dillo in quattro parole
Annoiarsi è masticare tempo.
Annoiarsi è masticare tempo.
Niente rende modesti, neppure la vista di un cadavere.
L’unico modo di conservare la propria solitudine è di offendere tutti, prima di tutti, coloro che si ama.
La dolcezza di prima della nascita, la luce della pura anteriorità.
Tutto ciò che può essere di buono in noi proviene dalla nostra pigrizia, dalla nostra incapacità d’agire e di eseguire i nostri piani.
Se potessimo vederci con gli occhi degli altri, scompariremmo all’istante.
Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l’apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.
Talvolta si vorrebbe essere cannibali non tanto per il piacere di divorare il tale o il talaltro quanto per quello di vomitarlo.
Bisogna che una sensazione sia caduta bene in basso perché si degni di mutarsi in idea.
Forse la follia è soltanto un dispiacere che abbia smesso di evolversi.
Che il rimpianto sia un segno d’invecchiamento precoce? Se è vero, io sono senile fin dalla nascita.
Che lo vogliamo o no, siamo tutti psicoanalisti, amanti dei misteri del cuore e della mutanda, palombari degli orrori. Guai allo spirito dagli abissi chiari!
Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione.
Smise di scrivere: non aveva più niente da nascondere.
Quando si scorge la fine nel principio si va più in fretta del tempo. L’illuminazione, delusione folgorante, dispensa una certezza che trasforma il disingannato in liberato.
Prendere sul serio le cose umane è segno di qualche segreta carenza.
Approfondire un’idea è farle oltraggio, toglierne il fascino, anzi la vita.