Ettore Mazzuchelli – Antichi aforismi
Grand’uomo e quegli che fa cose degne d’esser scritte, e scrive cose degnissime d’esser fatte.
Grand’uomo e quegli che fa cose degne d’esser scritte, e scrive cose degnissime d’esser fatte.
Chi vuol essere supportato unicamente, e non sopportare, può andare in cerca dell’isola di Robinson ed ivi abitar, se la trova.
Sii civile, ma non affettato; cortese, ma non troppo cerimonioso; penetrante, ma non sottile; diligente, ma non minuto; complice ma non sciocco.
Il giuoco vizioso mostro di molti ceffi. L’accanita avarizia; l’ira sregolata, impetuosa, e frequente; il pericolo di ingannare e frodare, ed esser ingannato e frodato; la perdita lagrimevol del tempo; i dispiaceri occorrendo, degli amici; il pregiudizio della sanità, lo scialacquo per lo più, del perduto non solo ma ancor acquistato denaro: sono i ceffi di questo mostro.
Le menti servilmente imitatrici dansi frequenti; le imitatrici nobilmente incontransi rare; ma le imventrici sono rarissime.
Tutte le esperienze hanno il tempo per loro padre; ma la più perfetta è quella del tempo disastroso e cattivo.
Non si può asserire che non si ami molto, o non si stimi e cerchi assai, quel che si compera a grandissimo prezzo.
Petto pei lottatori, braccia per gli soldati, vidi per li cursori, lingua per gli oratori, fantasia pei poeti, ingegno per gli filosofi, giudizio per tutti.
Niente per violenza; niente per finzione; niente per imprudenza; niente temerariamente; e niente per negligenza.
Non è sperabile di ottenere confidenze per forza; non è impossibile di ottenerne per industria; non è lecito di ottenerne delle pericolose per l’anima.
A questo mondo, in vari incontri, è sapienza di non sapere alcune cose; è prudenza il dissimularne molte; magnificenza di dimenticarsene moltissime.
La troppa sicurezza è madre della negligenza; ed il timore discreto è il padre dell’attenzione.
Il furbo per mutar gioco non cangia astuzia.
Il più delle volte bisogna lasciare passare il primo colpo, quando sicuramente dee venire il…
Per gran talento che uno abbia, se non lo coltiva ne perde la metà.
Un no bene acconciato è alle volte più gustoso di un sì mal condito.
Il come fa più la cosa, che la cosa non fa se stessa.