Filomena Di Paola – Paradiso & Inferno
Non c’è cancro peggiore dell’uomo.
Non c’è cancro peggiore dell’uomo.
Le buone letture sono atemporalmente un fecondo sguardo sul mondo che accolgono ed aprono in sé passato, presente e futuro.
Non è altro questo, se non il tempo automutilato delle “letture di massa” tanto frammentarie quanto decontestualizzate. E possibilmente, senza toccare un vero libro.
Amo il futuro, perché è limpido, un foglio bianco su cui planare. Lo amo in anticipo, come una promessa, come un neonato che attende di fare la sua comparsa nel mondo. E lo sento questo futuro, e non mi spaventa, anche se ogni passo ci conduce sempre più paradossalmente verso la morte. Ma ci chiede sommesso di liberarlo di tutto il peso che si porterà addosso, asportare l’enorme neo fiorito nel concepimento, ingrossato da retaggi e cammini distorti del passato, gonfio di anni e di sbagli dell’uomo. Lasciamolo in pace questo futuro, lasciamolo respirare, libero, magari inconcludente, ma offriamogli il sacrosanto diritto di essere staccato dalle corde, quelle logore, insensate corde, intrecciate dall’umana stupidità, pronte a legarlo, a strozzarlo ancor prima del suo tempo.
Quel che rende tragica l’umanità non è che è vittima della stessa natura umana, ma che ne è consapevole e allo stesso tempo impotente.
La natura polimorfa e camaleontica dei social network sostituisce oramai quasi tutto. Non serve andare in chiesa per pregare: lì sfilano santi e cristi a tutte le ore. Non serve neanche appartarsi intimamente per amoreggiare, anche se si convive nella stessa casa: va di moda l’esibizione virtuale. Forse non è necessario neanche cucinare piatti elaborati, basta vederli sfilare. Credo che si stia perdendo qualcosa per strada e tutto è grottescamente un po’ ridicolo.
Non mi interessa competere con gli altri; la sola competizione che mi accende è tra quello che vivo, sento e mi fa provare emozione e quanto di questo sono in grado di riuscire a trasmettere all’altro.
Se molte persone si degnassero di scendere dal trono su cui si sono autoincoronate, capirebbero che quello su cui si adagiavano era solo un misero sgabello.
Se questo mondo fosse davvero perfetto, non ci sarebbe bisogno dell’Arte. L’arte è un rifugio in cui le cose accadono nel modo e nel tempo che vuoi tu.
Le diverse espressioni artistiche, ditemi cosa sono se non stanze comunicanti di uno stesso appartamento che chiamiamo “Arte”. Esse convivono e sconfinano l’una nell’altra, perché basate sulle stesse fondamenta.
Ogni forma d’Arte, prima di qualsiasi altra cosa, è sempre un’offerta d’amore.
In noi nulla si perde, siamo tutti gli attimi di vita passata che continuano ad essere presenti. Sorridono ancora i bambini di ieri, le cui ombre stringono la mano agli adulti di oggi in un’eterna impercettibile simbiosi.
L’amore ha tutti i sensi e non ne ha nessuno.
Povero colui che per idee ha solo opinioni altrui e di esse fa spreco nascondendovisi.
Fino a quando in questo mondo, anche una sola donna, un solo bambino, un solo animale saranno maltrattati, avremo ancora il vero, unico peccato originale.
Non mi interessa competere con gli altri; la sola competizione che mi accende è tra…
La natura polimorfa e camaleontica dei social network sostituisce oramai quasi tutto. Non serve andare…