Gino Strada – Società
I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.
I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.
L’importante è capire fino in fondo che se ci sono persone che hanno bisogno di essere curate questo vada fatto.
Fare il chirurgo di guerra mi piace, anzi, non riesco a immaginare un altro mestiere che possa piacermi di più.
In fondo (ma non vorrei essere frainteso o accusato di snobbismo), essere un chirurgo di guerra è un gioco, come gli scacchi o il bridge, attività libere, non condizionate, senza secondi fini, che si praticano solo perché piacciono.
Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre, tutte le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall’altra parte per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio.
Se l’uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l’uomo.
Io non credo nella guerra come strumento. C’è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona.
Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra.
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.
I terroristi sono coloro che usano la violenza.