Michelangelo Da Pisa – Modi di dire
“Ciao, come stai?” Non sarebbe poi così banale se qualcuno fosse addirittura interessato alla risposta.
“Ciao, come stai?” Non sarebbe poi così banale se qualcuno fosse addirittura interessato alla risposta.
Mi fanno sorridere le affermazioni del tipo “se vuoi puoi”, “nulla è impossibile”, “basta crederci”. Io ad esempio vorrei coltivare riso e allevare nutrie in una fattoria. Su Plutone.
“Omicidio passionale” è un ossimoro intollerabile. La passione è pulsione vitale, cosa c’entra con la morte?
Sebbene si accolgano le altrui parole, non si dice ricevere, ma “dare ascolto”. Curiosa locuzione, vero? Forse perché si dovrebbe donare all’interlocutore tempo, attenzione, comprensione, non solo il nostro orecchio.
Studi scientifici hanno dimostrato che l’Alzheimer è la seconda causa al mondo di demenza degenerativa, alle spalle dell’amore.
Il più efficace antibiotico contro l’invidia è il sorriso. È un presidio medico-emozionale, tenere fuori dalla portata dei bambini, può avere effetti indesiderati come l’innamoramento, anche grave. Leggere attentamente il foglio illustrativo.
Sposare contiene il verbo osare. Non è un caso.
La solitudine è la prima causa al mondo di matrimonio colposo.
Oggi sono spossato. Non mi lamento, poteva andarmi peggio con una esse in meno.
Non confondiamoli, il matrimonio è un contratto di umana convivenza, l’amore è una promessa di divina essenza.
Sarebbe cambiato qualcosa se avesse vinto lo spermatozoo arrivato secondo?
Scrivo per non urlare, per non far rumore, una penna che sanguina senza dolore, un foglio privato del suo candore, un’inquietudine nuda dinanzi al lettore, perché il silenzio è l’unica via per ascoltare.
Scrivere è la mia scommessa, il mio viaggio personale verso l’indefinito, il mio riscatto, il mio vizio, il mio amico immaginario, la mia risposta all’ordinarietà, il surrogato della mia esistenza. Scrivere è tutto ciò che possiedo, non quanto mi è rimasto.
Scrivere e leggere sono il medesimo viaggio, la stessa meta emozionale, solo che nel primo caso a guidare sei tu.
Avevo un estremo bisogno di viaggiare, colsi quindi l’occasione al balzo e iniziai l’avventura. Al capolinea decisi di scendere, esausto ma felice, posizionai il segnalibro, riposi il libro sul comodino e scesi alla normalità. Leggere rende leggeri, rende liberi.
Mi accorsi di leggere un capolavoro quando mi persi tra le righe, ma non ebbi alcuna intenzione di trovare una via d’uscita.
Certi sabati sera ho una smodata voglia di trasgressione e anticonformismo, ecco perché resto a casa a leggere sul balcone vista mondo, spiato da una luna calante, cullato da un silenzio crescente.