Naomi Covolo – Stati d’Animo
Mi sorprende sapere che alcuni si ritrovano in ciò che scrivo, che condividono le mie stesse emozioni. È come se amassero una parte di me. Come se dicessero “Non ti conosco, ma sei meraviglioso dentro”.
Mi sorprende sapere che alcuni si ritrovano in ciò che scrivo, che condividono le mie stesse emozioni. È come se amassero una parte di me. Come se dicessero “Non ti conosco, ma sei meraviglioso dentro”.
Mi chiedo scusa. Per tutte le volte in cui mi sono fatta del male, mi sono ferita. Per tutte le occasioni che ho lasciato sfuggire, quelle in cui non ho pensato a me e non mi sono regalata del tempo. Per le ore passate ad odiarmi, ad immaginarmi diversa, ad enumerare i difetti. Per i giorni trascorsi ripetendomi di non essere all’altezza di niente, inutile e incapace. Mi chiedo scusa per tutte le volte in cui non ho avuto il coraggio di riprovarci. Per non essermi mai data, anche solo per una volta, una possibilità.
Come sto io? Mi sento come una giornata di pioggia, come un bambino che non può uscire a giocare. Sto come un raggio di sole troppo debole per scaldare la pelle; come un sacchetto di biscotti dimenticato sulla credenza. Mi sento come un vulcano spento, un aquilone in balìa del vento, un paio di scarpe legate strette. Sono come un desiderio troppo irrealizzabile, un sogno più grande della stessa realtà. Un sogno di quelli che rimangono per sempre chiusi nel cassetto.
Adoro gli elefanti. Sono enormi e mastodontici. Portano le orecchie sempre tese, in ascolto. Si fermano a contemplare il tramonto e fanno ombra ai loro cuccioli nelle torride ore della savana. Sono un concentrato di tenerezza, gli elefanti. E poi hanno una memoria straordinaria… non dimenticano. E li amo per questo. Un elefante non mi dimenticherebbe mai. Dovremmo imparare anche noi a non dimenticare. A ricordare. Per sempre.
Ti bastano poche briciole per tornare ad essere felice. Sorridi guardando il cielo, ascoltando le grida allegre dei bambini. Sorridi perché pensi di riuscire a dimenticare, perché le ferite, prima o poi, si rimarginano. Sorridi perché conosci quello che sei e non ti abbandonerai mai. Sorridi, perché il peggio è passato, ora il meglio ha da venire.
All’unico spicchio di me di cui non smetterò mai d’essere orgogliosa. A quell’amico che mi ha osservata crescere mentre silenziosamente invecchiava. A quell’anima speciale che ha saputo ascoltare con la lingua a penzoloni. A quegli occhi scuri che si intonavano perfettamente con i colori delle mie paure. Al protettore dei miei segreti, dei miei sogni e dei miei piani malvagi. A quella fetta della mia vita che mi ha sempre regalato molto più di quello che poteva ricevere. A quel frammento di me che sa di tenero, buono, morbido e soffice, che profuma di libertà e prato bagnato. Grazie vecchio mio, per non aver mai smesso di aspettarmi scodinzolando. Infondo l’ho sempre saputo che il più umano tra noi eri proprio tu.
Le persone giuste le trovi. Con pazienza, con speranza, con audacia e con coraggio. E forse il tuo, più che un ritrovarle, è un accorgerti che ci sono sempre state. Non eri tu ad aver perduto loro. Erano loro che, pian piano, avevano perso te.
All’unico spicchio di me di cui non smetterò mai d’essere orgogliosa. A quell’amico che mi…
Le persone giuste le trovi. Con pazienza, con speranza, con audacia e con coraggio. E…