Paolo Auricchio – Tristezza
Il mio paradosso? Sentirsi solo anche in mezzo a tanta gente…
Il mio paradosso? Sentirsi solo anche in mezzo a tanta gente…
Quando cadiamo perdiamo così tanto tempo a bestemmiare per il dolore, per la pietra che si è conficcata nel ginocchio, per la polvere che ci accieca, per il sangue perso, che non ci accorgiamo della moneta d’oro che sotto quel polverone si nascondeva…
Strano… cercarti ma non sapere da dove cominciare, come riconoscerti… aver paura di sbagliare, di incrociarti e di lasciarti andare. E prego ogni sera che le nostre strade si incrocino e tutto sia: inevitabile… e tu sarai bella per me, meravigliosamente interessante, incredibilmente semplice, sorridenti e appassionati compagni di viaggio… ti aspetto, un bacio.
Amami per come sono e non per come tu vorresti che fossi.
Perché dover dare un limite a qualcosa che limitato non è, come l’amore? È come voler limitare il cielo ad una stanza o ad una scatola. Come sarebbe possibile chiedere a qualcuno di non amare una persona… è come chiederle di smettere di respirare o mangiare e di continuare a vivere. Vivere chiedendo a se stessi di governare l’amore è contro natura, è una violenza contro se stessi, è impossibile.
I miei occhi ormai tramontano come luna al mattino… e le gocce di rugiada scendono sulle guance, raggiungendo le mie labbra che attendono solo le tue, ti amo.
Ma se amassi di meno a chi lo darei tutto il resto?
Amami per come sono e non per come tu vorresti che fossi.
Perché dover dare un limite a qualcosa che limitato non è, come l’amore? È come…
I miei occhi ormai tramontano come luna al mattino… e le gocce di rugiada scendono…
Ma se amassi di meno a chi lo darei tutto il resto?