Salvatore Spagnolo – Figli e bambini
I figli: specchi per un nostalgico ripasso della nostra vita vissuta.
I figli: specchi per un nostalgico ripasso della nostra vita vissuta.
Il silenzio, l’anestetico del dolore.
La vita è solo un vorrei.
Al contrario di quanto si dice, per me il paradiso è sott’acqua.
Il passato insegnante del mio presente.
Il destino? L’artista di un mosaico chiamato vita.
Il destino, il sarto della nostra vita, quello che spesso ci confeziona vestiti che ci vanno stretti, e per prosieguo di vita bisogna lo stesso indossare. Ognuno di noi “da non dimenticare” ha il suo guardaroba.
In un presente dove l’pocrisia dell’uomo non ha confini, sono fiero per essere riuscito ad insegnare ai miei figli il sapere vivere.
Apprezzo più il silenzio in un torto che il sentirsi poi dire “mi dispiace”.
Io difetti, purtroppo “tanti”, colpa? Solo e sottolineo solo dei miei “tanti” pregi.
La strada da percorrere tracciata da un buon padre è talmente illuminata, dove impossibile e perdersi.
Dai parenti pretendo affetto e sincerità, dagli amici mi basta solo anche la seconda opzione, ad entrambi ricambiate. In mancanza di quanto richiesto dimenticatevi dello scrivente, poiché io vi ho già dimenticato.
Dal frutto acerbo chiamato amore non uscirà mai succo chiamato amicizia.
Amare: non si loca, ne si vende, lo si dona e basta.
Amore, Amore, Amore, come dire aria per respirare, o acqua per dissetarsi, comunque un qualcosa che senza, ci priverebbe del sentimento.
Quel sentimento chiamato “amore” malgrado il passar degli anni che non invecchia mai nel genere umano, è capace ancora di fare un vecchio ancora bambino.
Il conoscere “nuove” persone, sincere, affettuose, non invidiose, non ignoranti e presuntuose e principalmente non cattive, ti aiuta a convincerti a non isolarti, pur restando sempre l’attenta cernita di chi ti circonda.