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Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi – Uomini & Donne

Si era convinto che le donne sono depositarie di una sapienza terapeutica notevolmente superiore a quella degli umini, sulla base di una semplice considerazione, vale a dire che le donne da tempo immemorabile si sono dedicate alla cura dei figli e, siccome tenevano alla loro sopravvivenza più che alla propria stessa vita, avevano elaborato rimedi di cui avevano con certezza sperimentato l’efficacia. In altri termini, a loro non interessava da cosa fosse generata la malattia, da quali squilibri o squilibri di umori ed elementi derivasse, a loro interessava una cosa sola: che non uccidesse i loro figli e quindi combatterla con rimedi validi.

Valerio Massimo Manfredi – Frasi Sagge

[…] Magari potessi, ragazzo mio, magari potessi… Ma forse qualcosa posso fare per te, posso insegnarti qualcosa: non permettere che imprigionino la tua anima oltre che il tuo corpo. Guarda quel gabbiano… lo vedi? Ecco, lascia che la tua anima voli con lui, lassù. E adesso vola, figlio mio, chiudi gli occhi e vola… sopra queste miserie, oltre le mura di questa dimora cadente, sopra gli scogli e i boschi, vola verso il disco del sole e bagnati nella sua luce infinita, Vola, nessuno può imprigionare l’anima di un uomo. […](da “L’ultima legione” – Romanzo)

Valerio Massimo Manfredi – Ricordi

– Lo sai perché non mi sono ancora uccisa? Dopo aver subito sulla mia pelle le mani che hanno scagliato mio figlio dalle mura di Troia, lo sai perché non mi uccido?[…]Perché la dolcezza dei miei ricordi è pur sempre maggiore dell’orrore di quel massacro. Ed essi mi sono talmente cari che solo per quelli ho la forza di vivere. La morte, anche di quelli mi priverebbe. Ettore mio, solo e unico amore, il mio bambino adorato, morirebbero del tutto e per sempre. La mia vita, benché miserabile, benché piena di vergogna, prolunga la loro. Senza di essa anche il loro ricordo sarebbe spento per sempre.

Valerio Massimo Manfredi – Morte

La freccia gli si piantò alla base del collo ed egli si accasciò contro la parete e mentre l’anima gli usciva gorgogliando dalla ferita gli occhi gli s’arrovesciarono all’indietro e potè vedere per un momento dentro di sé. Vi trovò il villaggio natio, le acque scintillanti del mare e i suoi passi di fanciullo lungo la riva, sentì gli spruzzi e la schiuma e la sabbia dorata sotto i piedi, il calore del sole sulle spalle nude. Desiderò di non essere mai partito mentre, piangendo, scendeva per sempre nel buio e nel freddo.