Violetta Serreli – Frasi Sagge
I veri cambiamenti non sono mai drastici. Quando un cambiamento è troppo repentino non può avere vita lunga.
I veri cambiamenti non sono mai drastici. Quando un cambiamento è troppo repentino non può avere vita lunga.
Ho voglia di vedere tutto con gli occhi di un bambino. Con quella ingenuità, quella purezza di chi si affaccia al mondo e scopre le sue meraviglie. E invece vedo solo il marcio, e anche lo sguardo di un bambino non mi intenerisce più. Non mi smuove animo di pace, ma anzi acuisce un dolore che non so spiegare fino in fondo. I bambini sono il nostro futuro. E io non vedo futuro. Siamo soli, e siamo gli ultimi. Finalmente.
La moda attecchisce laddove è manifesta la mortificazione dell’escluso.
Il dialogo che intendo io non si può fare con le persone. Le persone sono importanti, ma non si è mai totalmente sinceri con le persone. Dovrebbero averti visto nascere, crescere, mangiare, piangere, ridere, giocare… Si tratta di intimità. E con la persone non la puoi mai avere davvero. Qualcuno la chiama Universo. Io la chiamo Dio.
Il male, a piccole dosi, lo ingeriamo e lo somministriamo tutti. Ma di affascinante non ha granché. Il male è una gran vigliaccata. La prepotenza non ha spirito. La prepotenza è un cancro. Il male non si può definire… Il male è il male. Come non si può definire il bene, né l’amore. Sono concetti assoluti, hanno solo sfumature. Il male è un grosso contenitore.
Cosa significa essere pronti? Significa sentire che puoi cambiare pagina della tua vita. Io al momento l’ho strappata, l’ultima pagina. E l’ho nascosta così non so come andrà a finire, e non ho voglia di saperlo. Brucio tutte le pagine. Brucio anche quelle bianche che mi si presentano, perché non ho voglia di leggerle, né di scriverle.
Siamo animali da circo, col chiodo fisso di liberare gli animali dal circo. Il circo è il nostro specchio. E anziché pensare al domatore, pensiamo al povero leone. Apriamo le gabbie e lasciamo che i leoni vaghino per una savana che tra 5 anni non esisterà più. E il domatore senza leoni cercherà tra il pubblico dei volontari… Il pubblico la sua savana l’ha persa da un po’. Urliamo. Gridiamo. Abbasso il circo. Poi incrociamo le dita per passare il casting al Grande Fratello. Ma con la coscienza pulita perché aborriamo il circo con gli animali.
La primavera porta ariette frizzanti e piccole simpatie, di cui non sempre si capisce la natura. A volte è solo solitudine, si deve stare molto attenti. Non ci si deve tuffare in mare se si ha sete> io so restare a galla, ma odio la salsedine che ti rimane appiccicata. Quel salaticcio innaturale di cui non vedi l’ora di liberarti sotto una doccia quasi catartica. Non è un caso che non ami andare al mare. Amo respirare a pieni polmoni l’aria fresca della montagna, amo l’aria gelida della pioggia improvvisa sul volto, la luce abbagliante della neve. Amo tutto ciò che dal freddo trae il suo motore. E non sopporto il sole che spazza via l’unico mio ossigeno.
Aggrapparsi al superfluo, per illudersi di avere un briciolo di ragione.
Siamo talmente immersi nei reality show che, perfino quando vediamo le persone per strada, non sappiamo se stiano recitando.
C’è chi ancora non sa. Che la rabbia è differente dal dolore. Che la rabbia è una reazione violenta di sopravvivenza, nel bene o nel male. E che il dolore è la morte interiore, nel male che procura una delusione. In tutti i ricordi che scatena, in tutte le paure che risveglia. Il dolore è il punto di arrivo, di un pensiero felice rimasto solitario dopo aver scacciato la tristezza.
In fondo che cos’è, l’oggettività. Se non un giudizio soggettivo dichiarato universale?
Quando ero adolescente passavo gran parte del mio tempo a odiare i miei genitori, in risposta all’odio che ero convinta provassero nei miei confronti. Invidiavo i coetanei più liberi, più coccolati, più moderni senza rendermi conto che la mia famiglia mi amava e mi ama più di ogni altra cosa. Lo vedo in quello che è ora, nonostante le difficoltà, le lacrime e le sconfitte la più grande vittoria è che è ancora unita… mentre le altre sono distrutte.
Farci o esserci. Non si capisce mai cosa sia meglio… Esserci è una questione di indole, farci è una questione di malafede.
La gente usa troppo spesso gli occhi, e troppo poco il cuore. E finché l’abito farà il monaco, continueranno a sfasciarsi le famiglie. Lasciate che le persone a cui dite di voler bene siano felici scegliendo da sole la strada. Se rimanete indietro nelle scelte dei vostri figli, non tagliate loro la strada durante il sorpasso. Certi incidenti possono essere fatali.
La stupidità e l’ignoranza arrivano in luoghi della mente che il cervello, da solo, non saprebbe neppure immaginare.
Chi si crogiola nei propri errori, ha in progetto solo di fallire.