Vladimir Dimitrievich Nabokov – Vita
Come per il resto, non sono più colpevole, nell’imitare la “vita reale”, di quanto la “vita reale” sia responsabile nel plagiarmi.
Come per il resto, non sono più colpevole, nell’imitare la “vita reale”, di quanto la “vita reale” sia responsabile nel plagiarmi.
Andare alla ricerca di una legge basilare è una sciocchezza e ancor più lo è reperirla. Un povero spirito decide che l’intero corso della storia umana può essere spiegato in termini di insidiose rotazioni di segni zodiacali o di lotta tra pance piene e pance vuote; assume un puntiglioso filisteo nel ruolo di collaboratore di Clio, e dà inizio ad un’attività commerciale all’ingrosso di epoche e di masse; e allora guai al privato individuum, con la sua povera doppia u, con i suoi disperati “ehi voi” nel folto delle ragioni economiche. Per fortuna, tali leggi non esistono: un mal di denti farà perdere una battaglia, una pioggerella abolirà un’insurrezione. Tutto sguscia via, tutto dipende dal caso, e del tutto vani sono stati gli sforzi in contrario di quell’acido borghese in pantaloni vittoriani a quadri, autore di Das Kapital, frutto dell’emicrania e dell’insonnia.
Un bambino è la forma più perfetta di essere umano.
Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante, e parlo come un bambino.
La satira è una lezione, la parodia un gioco.
Raramente la disperazione umana conduce alle grandi verità.
Ci sono aforismi che, come gli aeroplani, stanno su solo quando sono in movimento.
Certe persone – e io sono di quelle – odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma.
Sono così orgoglioso della mia conoscenza di un qualcosa, fino ad essere modesto su quello che non conosco per nulla.
Il minuscolo pazzo nella sua cella imbottita.
Lo stile e la struttura sono l’essenza di un libro; le grandi idee sono inutili.
Immaginazione, il supremo piacere dell’immortale e dell’immaturo, dovrebbe avere dei limiti, per rendere la vita piena di gioia; non dovremo abusare troppo della gioia.
La solitudine è il campo da gioco di satana.
Chi ricorre al sesso a pagamento non è una persona squallida da punire ma un libero cittadino, spesso solo, anziano, vedovo o non particolarmente attraente.
Il paradiso forse è un po’ noioso e c’è così tanta imbottitura di piume di Serafini che è vietato fumare. Magari a volte gli angeli fumano e quando arriva l’arcangelo buttano via i mozziconi: ecco perché vedi le stelle cadenti.
I grandi romanzi sono grandi fiabe.
Lasciai l’atrio chiassoso e mi fermai fuori, sui gradini bianchi, a guardare le centinaia di falene impolverate che nella notte nera e madida, colma di fremiti e sussulti, roteavano intorno alle lampade ad arco.