Andrea Coretti – Tempi Moderni
Gli uomini sono dei robot difettosi.
Gli uomini sono dei robot difettosi.
La chirurgia è un compromesso tra paziente e chirurgo, essi si dividono le responsabilità; da una parte la correttezza professionale l’esperienza la tecnica, dall’altra la perfetta aderenza alle indicazioni date dall’operatore.
L’Essere umano è libero proprio perché è a se stesso insufficiente perché è costantemente sottratto a se stesso. L’uomo è libero perché non è se stesso ma presenza a se stesso. Un essere che fosse ciò che non è non potrebbe esser libero. Abbiamo visto infatti come per la realtà umana esserci significa scegliersi… Essa è totalmente abbandonata (e senza rimedio alcuno) alla ineliminabile necessità di farsi essere anche nel più piccolo particolare. E perciò la libertà non è un essere, ma l’essere dell’uomo.
Oggi i bambini sono moderni, non hanno nessuna disciplina: poveri loro che quando crescono ne avranno di difficoltà! Il resto del mondo non tollererà di certo i loro capricci.
La necessità fa l’uomo ladro. O venditore. Qualche volta tutte e due insieme.
Ogni parola che non impari oggi è un calcio nel culo domani.
La scuola è lo specchio della società.
Se volete rendere conto di cosa sia una Rivoluzione, chiamatela Progresso; e se volete capire cosa sia il Progresso, allora chiamatelo Domani.
Oggi il cretino è pieno di idee.
Il demagogo è uno che predica dottrine che sa false a gente che sa cretina.
Nei prossimi decenni e nei prossimi secoli, gli uomini non andranno più a visitare le meraviglie della tecnica, ma dalle città aride migreranno con nostalgia verso gli ultimi luoghi in cui vivono pacificamente le creature di Dio.I Paesi che avranno salvato questi luoghi verranno benedetti ed invidiati dagli altri, perchè saranno la meta di fiumi di turisti.La Natura e i suoi liberi abitanti non sono come edifici distrutti dalla guerra: questi si possono ricostruire, ma se la Natura sarà annientata nessuno potrà farla rivivere.
La pubblicità è la più grande forma d’arte del ventesimo secolo.
Ricordo con nostalgia le indossatrici degli anni Sessanta: sorridenti, scivolavano leggiadre e leggere come libellule sulla passerella e sembrava non la toccassero affatto. E vedo quelle di oggi, con quel cipiglio da incazzate, con quella stupida andatura a passo incrociato che di tanto in tanto le fa incespicare, e alzano le ginocchia, e percorrono la corsia con la grazia di un artigliere da montagna che s’inerpica sulla mulattiera portando sul groppone un mortaio da 80 millimetri. E ogni tanto tirano telefonini in testa alla cameriera.
Oh mio Dio, lei ha una magnifica pelliccia! Davvero una splendida pelliccia… E magari da qualche parte c’è un branco di animali che si sta dicendo: “Cazzo, che freddo!”
L’uomo è l’unico animale feroce di questa Terra che sia capace di fare del male anche senza bisogno della presenza fisica.
Una struttura diventa architettonica, e non scultorea, quando i suoi elementi non hanno più la loro giustificazione nella natura.
Penso che per gli studenti sarebbe molto meglio partire dalla contemporaneità. Si rimane sempre indietro di un secolo; nella scuola si vive come dentro una specie di capsula senza collegamento con il tempo presente, mancano i nessi.