Tommaso Gattai – Viaggi e vacanze
Voglio andare là dove i pigmenti colorano l’anima, nel posto in cui è mantenuta incontaminata l’eternità; tra i grandi monti laddove puro come bruma di bosco è rimasto l’animo umano.
Voglio andare là dove i pigmenti colorano l’anima, nel posto in cui è mantenuta incontaminata l’eternità; tra i grandi monti laddove puro come bruma di bosco è rimasto l’animo umano.
L’incontenibile bramosia del viaggiare credo nasconda un instabilità causata dalla mancanza della vera comprensione di se stessi.
Honolulu ha tutto: la sabbia per i bambini, il sole per tua moglie, gli squali per tua suocera.
Le avventure più belle sono quelle in cui ci si lascia trasportare dai sogni e dall’improvvisazione.
La peggior pena per un corrotto è la povertà, non il carcere.
Il potere dell’arroganza politica non può niente contro la forza della folla.
Viaggiare sentendosi sempre, nello stesso momento, nell’ignoto e a casa, ma sapendo di non avere, di non possedere una casa. Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un ospite; dorme in stanze che prima e dopo di lui albergano sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che non si può mai veramente possedere una casa, uno spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con rispetto e gratitudine.