Tonino Guerra (Antonio Guerra) – Progresso
Da un momento all’altro dovrò pur dire che non sto cercando soltanto la mia infanzia, ma addirittura l’infanzia del mondo.
Da un momento all’altro dovrò pur dire che non sto cercando soltanto la mia infanzia, ma addirittura l’infanzia del mondo.
Non si potrà pensare al progresso fino a quando ci sarà ancora una bocca da sfamare, un maledetto ritardo del treno dovuto a due dita di neve, gente che vive nei container dopo quindici anni da una catastrofe: è come costruire palazzi di vetro su montagne letame.
Un giorno, non lontano, per mezzo delle sempre più raffinate diavolerie elettroniche, si potrà interloquire con partner di tutto il mondo. Spazio, tempo, difficoltà linguistiche o altro non saranno più di impedimento; potrà sembrare strano, ma tutto ciò invece di aggregare allontanerà sempre più.
Quale saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l’uomo che non sia già stata concepita da secoli?
[La più grande impresa tecnologica del XX secolo sarebbe] catturare una mosca sulla Luna. Perché i problemi ausiliari che sarebbe necessario risolvere per poter raggiungere un tale risultato richiedono la soluzione di quasi tutti i problemi materiali dell’umanità.
Il progresso rende la vita più comoda, non più bella.
La via dello spazio non dovrebbe essere vista come una via di fuga, ma una maturazione. Quello che ci si lascia alle spalle in realtà non abbandonerebbe il viaggiatore, che vedrà riflesso nel futuro il suo passato.