Carlo Maria Franzero – Uomini & Donne
Felici le donne cui la femminilità è talora dono di preveggenza per la confidenza che l’uomo non osa in esse versare!
Felici le donne cui la femminilità è talora dono di preveggenza per la confidenza che l’uomo non osa in esse versare!
Ben ch’esser donna sia in tutte le bandedanno e sciagura, quivi era pur grande.
Ave Maria, adesso che sei donna,ave alle donne come te, Maria,femmine un giorno per un nuovo amorepovero o ricco, umile o Messia.Femmine un giorno e poi madri per semprenella stagione che stagioni non sente.
Quelli che hanno capito le donne son diventati omosessuali.
Amo le donne perché sono materne anche a cinque anni, sensuali anche a tre, erotiche anche a settanta, civette anche a ottanta. E la loro attività preferita – siano segretarie o ingegneri, casalinghe o impiegate -, la vera grande attività che svolgono perfino quando dormono, è amare.
La donna che ti tradisce alla fine è una donna onesta.
Alle donne […] è concesso un universo tutto loro: la famiglia. Esse sono sfruttate sul lavoro e relegate nella casa; sono queste le due posizioni che compongono la loro oppressione.
Non esiste la donna buona esiste solo la “buonadonna”.
No, non voglio essere una delle vostre donne confezionate col cellephane. Non voglio essere presenza tenera di piccole risate e di sorrisi stupidamente allettanti e dovermi sforzare di essere quel tanto triste e ammiccante e al tempo pazza e imprevedibile e poi sciocca e infantile e poi materna e puttana e poi all’istante ridere pudica in falsetto a una vostra immancabile trivialità.
Le donne ti attirano con la loro bellezza, ti allontanano per la loro intelligenza e tentano di riavvicinarti con le loro lacrime. Non fidatevi!
Sincerità è il nome che le donne danno alle loro bugie.
Come si appanna una donna trascurata. Appassisce come un fiore inaridito.
Mai nella sventura e neppure nell’agognata prosperità mi sia dato di coabitare con la razza delle donne. Perché la donna, se impera, non è che impudenza impraticabile, e se teme è iattura ancor più grande per case e città.
Io sto pensando una cosa: filosofia viene tradotta sempre con amore per la saggezza. Ma non è così, è il contrario: non è amore per la saggezza, è saggezza dell’amore. E allora la figura dell’amore è innanzitutto intersoggettività, è scambio. Cioè la verità non deve emergere come un corpo dottrinale: questa è la sapienza, non è la filosofia. Deve nascere dal dialogo. Dal dialogo tra due persone. Dialogo con l’altro e soprattutto con quell’altro che è la donna. Perché come mai nella storia della filosofia non compare mai una donna: che cos’è questo essere messo fuori gioco? Forse che la donna navighi in regioni non eccessivamente logiche che mettono paura agli uomini? Queste sono domande che io mi pongo.
Essere una donna non vuol dire riempire solo una minigonna…
Donne pure sono soltanto quelle che non sono state desiderate. Un uomo che si adira per gli amori di sua moglie, è uno zotico.
Non siamo “protagoniste per un giorno”… ma per la vita!