Vera Santoro – Verità e Menzogna
Chi ama la propria vita, non ha tempo di interessarsi a quella degli altri.
Chi ama la propria vita, non ha tempo di interessarsi a quella degli altri.
Una canzone non è mai bugiarda, è vera, sincera come una preghiera. La gente usa le parole come chi dice di vivere in un posto ma sta altrove.
Se non altro un funerale ha il merito di far recitare una commedia agli spettatori.
Non sempre si indossa una maschera per mentire, spesso si indossa per nascondere una parte di noi, quella più fragile.
Ci sono risposte per cui non c’è domanda.
A volte s’indossano maschere, non per convenienza, ma per nascondere le proprie fragilità agli altri e sentirsi più sicuri!
Il tempo ci fa ascoltare “verità” che tante volte non vorremmo sentire.
Il “palcoscenico” lascialo a chi ha un bisogno spasmodico di finte “luci della ribalta”… Ha solo quello nella vita, perché privarlo del suo piccolo teatrino.
Chi racconta mezze verità dimentica sempre che da qualche parte c’è sempre l’altra metà.
Più sei sincero, più vali.
Bianco o nero, il grigio non mi dona. Si o no.
Il paradosso è il lusso delle persone di spirito, la verità è il luogo comune dei mediocri.
La verità non ha né gradi, né in più né in meno, e consiste in qualcosa di indivisibile. Perciò l’intelletto, che non è la verità, non riesce mai a comprenderla in maniera tanto precisa da non poterla comprendere in modo più preciso, all’infinito; ha con la verità un rapporto simile a quello del poligono col circolo: il poligono inscritto, quanti più angoli avrà, tanto più risulterà simile al circolo, ma non si renderà mai uguale ad esso, anche se moltiplicherà all’infinito i propri angoli, a meno che non si risolva in identità col circolo.
Il camuffamento della realtà ed il dire le cose a metà sono il tradimento della verità.
La realtà e la fantasia sono come due barche che navigano fianco a fianco verso lo sconosciuto, in un mare in cui dubbi e certezze si confondono e si equivalgono fino alla mezzanotte, l’ora nella quale la magia si esaurisce, tutto sparisce nel nulla e la carrozza di Cenerentola torna ad essere una zucca.
La verità era che si era innamorata, non di un individuo, ma di una famiglia. Uno per uno tutti i feticci degli Schlegel erano stati rovesciati e, pur professando di difenderli, ella ne aveva goduto.
Se non gettiamo la nostra maschera, non possiamo toglierci quelle che ci mettono gli altri.