Vincenza Molvetti – Stati d’Animo
Il dubbio quanto sa essere atroce rosica l’anima e non ti lascia libertà perché in un modo o nell’altro tu farai la tua scelta.
Il dubbio quanto sa essere atroce rosica l’anima e non ti lascia libertà perché in un modo o nell’altro tu farai la tua scelta.
Tu temi di amare per paura di soffrire? Ne deduco che temi di vivere per paura di morire?
Bastava poco veramente poco. Vediamoci e parliamone. “Tanto tu sei forte, sei saggio”, sì, io sono forte, sono saggio, “tu non ce l’hai il cuore come tutti gli altri”, già, io non ce l’ho il cuore come tutti gli altri, perché io ne ho uno solo di cuore, gli altri ne hanno uno per ogni occasione.
Il silenzio non è altro che la solitudine nel quale il nostro cuore si rifugia quando non ha più sentimenti da esprimere, neanche quell’ultima goccia di lacrima dove apriva un cerchio di speranza.Il silenzio è come navigare nel buio senza meta, solo che questa volta si naviga per cercare uno spiraglio di luce, alla quale chiedere una risposta più sicura e concreta.
Ti ho vista sbocciare come un fiore in primavera. Poi lentamente ti ho vista appassire, per poi seccare. Ancora peggio è stato vederti tramutare in un fiore di plastica, per coprire i tuoi difetti, quelli che facevano di te una persona che si faceva voler bene.
Odio le descrizioni. Non potrò mai spiegare in un paio di righe come sono fatta, non potrei farlo nemmeno in un milione di pagine. Le persone vanno conosciute non descritte, ed io ancora non mi conosco abbastanza. Perdo e acquisto ogni giorno qualcosa. Posso dirvi che sono preda di idee ossessionanti, piena di fogli scritti e poi nascosti, di cianfrusaglie che io chiamo ricordi, ho vestiti e libri in cui non mi rivedo più, sono appesantita da responsabilità che non vorrei. Cerco me stessa da qualche parte: nei cassetti, nelle fotografie, nei libri, in qualche corpo, nei sorrisi, sui denti, negli occhi, sulle mani. Da qualche parte si dovrà essere cacciata la mia anima, quella che se ne è andata e che non trovo più.
Il tempo inesorabilmente scorre, solcando continuamente l’essere imponendo dubbi e certezze nel pensiero del viandante.