Vincenzo Costantino – Destino
Un giorno distruggerò questi occhi del tempo, nel buio avrò la mia pace.
Un giorno distruggerò questi occhi del tempo, nel buio avrò la mia pace.
Il destino, te ne accorgi che c’è quando guardi indietro, mai quando guardi avanti.
Ci sono attimi che ti cambiano la vita. È come se mettessero un punto alla narrazione del tuo esistere. Torni a capo che sei completamente nuovo.
L’amore è contraddizione quando non vuoi smettere di amare, ma non puoi costringerlo ad amarti.
Non esistono grandi donne o grandi uomini, esistono solo grandi persone.
La cosa che ci insegna il futuro, quando diventa passato, è che le cose non vanno mai come prevediamo.
Nel grande “cerchio” che ognuno di noi disegna, dalla nascita alla morte, nella propria “tela”, (che viene tessuta nel composto organico della materia di cui siamo elemento e complemento), si realizzano dei sentieri; alcuni tortuosi, altri dissestati, in salita, in discesa, dritti con il rischio, a volte, di precipitare in burroni, fossi, fango, trappole, buche.Adesso, esistono due soluzioni per cercare di conoscere “il sentiero o la strada” che ognuno di noi percorrerà nella propria vita; il primo è in via d’estinzione poiché stiamo perdendo una tra le più grandi abilità che l’uomo possieda, a volte, senza esserne cosciente: la capacità all’ascolto – non siamo più in grado di “ricevere”, a stento di comunicare – ma non si comunica nulla o poco se non si ascolta partendo da qualsiasi forma d’ascolto; dal sorriso di un bimbo, primo elemento che impara all’essere umano quale ricchezza egli possieda, all’ascolto di un anziano che arranca nel completare un discorso ma nel quale vi sono insite poche frasi cariche di storia ove se si è stati vigili e attenti si può trascrivere nel proprio registratore personale dell’esperienza, “la nostra mente”, le cadute, le salite, discese e quei labirinti dal quale tante volte pensiamo di non uscirne più.Il secondo elemento, anch’egli in via d’estinzione, è l’umiltà.L’equazione dei due elementi “ascolto & umiltà” regala a ciò che rimane oggi dei rapporti umani, di questo genere umano, quei brevi e sempre più rari momenti di assoluta condizione di elevazione a quella “stimolante e conveniente” superficialità con cui abbiamo imparato a vivere la vita che ci è stata concessa.