Vincenzo Costantino – Tristezza
Ho ucciso parti di me stesso cosi tante volte per dimenticare qualcosa che mi faceva più male.
Ho ucciso parti di me stesso cosi tante volte per dimenticare qualcosa che mi faceva più male.
E poi manca, manca quell’abbraccio, quel bacio, quelle coccole, quel contatto che serve a mantenere vivo il cuore, manca quel pizzico di dolcezza che rende ogni battito una nota musicale, manca quella carezza che allontana la malinconia per lasciare spazio al sorriso, manca l’altra parte del cuore che serve a completare la vita.
La malinconia è una lacrima in meno della tristezza e una in più del semplice ricordo.
Anche la morte aveva un cuore ma nessuno, per quanto fosse buio il suo destino, ha mai teso una mano.
Fuori sembra quasi primavera, ma allora perché questo freddo nell’anima mia?
Il racconto più vero di noi stessi sta tutto nella mente. I segreti intimi, le pazzie indicibili. Le sofferenze, le mancanze. Sta tutto lì, e ci segue, e cresce sempre un po’ di più. E nessun diario sa raccontarci meglio di ciò che teniamo dentro. Una sensazione si può tentare di rivivere, si può toccare, ma quanta ne perde di bellezza quando si trasforma in lettere da capire.
Le ferite dell’anima restano sempre vive, ti consumano lentamente anche quando sembrano “dormire”.
E poi manca, manca quell’abbraccio, quel bacio, quelle coccole, quel contatto che serve a mantenere vivo il cuore, manca quel pizzico di dolcezza che rende ogni battito una nota musicale, manca quella carezza che allontana la malinconia per lasciare spazio al sorriso, manca l’altra parte del cuore che serve a completare la vita.
La malinconia è una lacrima in meno della tristezza e una in più del semplice ricordo.
Anche la morte aveva un cuore ma nessuno, per quanto fosse buio il suo destino, ha mai teso una mano.
Fuori sembra quasi primavera, ma allora perché questo freddo nell’anima mia?
Il racconto più vero di noi stessi sta tutto nella mente. I segreti intimi, le pazzie indicibili. Le sofferenze, le mancanze. Sta tutto lì, e ci segue, e cresce sempre un po’ di più. E nessun diario sa raccontarci meglio di ciò che teniamo dentro. Una sensazione si può tentare di rivivere, si può toccare, ma quanta ne perde di bellezza quando si trasforma in lettere da capire.
Le ferite dell’anima restano sempre vive, ti consumano lentamente anche quando sembrano “dormire”.
E poi manca, manca quell’abbraccio, quel bacio, quelle coccole, quel contatto che serve a mantenere vivo il cuore, manca quel pizzico di dolcezza che rende ogni battito una nota musicale, manca quella carezza che allontana la malinconia per lasciare spazio al sorriso, manca l’altra parte del cuore che serve a completare la vita.
La malinconia è una lacrima in meno della tristezza e una in più del semplice ricordo.
Anche la morte aveva un cuore ma nessuno, per quanto fosse buio il suo destino, ha mai teso una mano.
Fuori sembra quasi primavera, ma allora perché questo freddo nell’anima mia?
Il racconto più vero di noi stessi sta tutto nella mente. I segreti intimi, le pazzie indicibili. Le sofferenze, le mancanze. Sta tutto lì, e ci segue, e cresce sempre un po’ di più. E nessun diario sa raccontarci meglio di ciò che teniamo dentro. Una sensazione si può tentare di rivivere, si può toccare, ma quanta ne perde di bellezza quando si trasforma in lettere da capire.
Le ferite dell’anima restano sempre vive, ti consumano lentamente anche quando sembrano “dormire”.