Violetta Serreli – Frasi Sagge
Non abbiamo mai gran che da dirci, a noi basta osservarci. E se ci osserviamo e non ci capiamo… sarà forse che abbiamo detto qualcosa?
Non abbiamo mai gran che da dirci, a noi basta osservarci. E se ci osserviamo e non ci capiamo… sarà forse che abbiamo detto qualcosa?
Il Dolore, che altro è… se non una fonte di Felicità perduta nel Tempo?
Il cannone per loro era solo un rumore. È per questo che le guerre possono durare. Anche quelli che la fanno, che ci sono dentro, non se la immaginano mica. Una pallottola in pancia, avrebbero continuato a tirar su vecchie scarpe per via, perchè potevano ancora servirè. Come il montone che, sul fianco, in un prato, agonizza e bruca ancora. La maggior parte della gente non muore che all’ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent’anni d’anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra.
Non perderai mai nessuno, se lo lascerai sempre libero di andare.
Il vero saggio è colui che ascolta e comprende… non colui che giudica e impone!
Intendo esaminare qui i ricordi di esperienze estreme, di offese subite o inflitte. In questo caso sono all’opera tutti o quasi i fattori che possono obliterare o deformare la registrazione mnemonica: il ricordo di un trauma, patito o inflitto, è esso stesso traumatico, perché richiamarlo duole o almeno disturba: chi è stato ferito tende a rimuovere il ricordo per non rinnovare il dolore; chi ha ferito ricaccia il ricordo nel profondo, per liberarsene, per alleggerire il suo senso di colpa.Qui, come in altri fenomeni, ci troviamo davanti a una paradossale analogia tra vittima e oppressore, e ci preme essere chiari: i due sono nella stessa trappola, ma è l’oppressore, e solo lui, che l’ha approntata e l’ha fatta scattare, e se soffre, è giusto che ne soffra; ed è iniquo che ne soffra la vittima, come invece ne soffre, anche a distanza di decenni. Ancora una volta si deve constatare, con lutto, che l’offesa è insanabile: si protrae nel tempo, e le Erinni, a cui bisogna pur credere, non travagliano solo il tormentatore (se pure lo travagliano, aiutate o no dalla punizione umana) ma perpetuano l’opera di questo negando la pace al tormentato.
Se si caccia in un bosco dove non ci sono prede, si potrà aspettare quanto si vuole, ma il carniere non verrà riempito. Da questo nascono per il saggio due considerazioni: che non si può trovare se non si cerca nella maniera giusta e che non vi è riuscita nella durata, ma nella qualità della ricerca.