Alfred Tennyson – Vita
Berrò la vita fino alla feccia.
Berrò la vita fino alla feccia.
Ad ogni sorpresa siamo preparati. Solo le cose quotidiane ci cascano addosso come calamità naturali.
Qualsiasi cosa t’imponga la necessità, sopportala; qualsiasi cosa essa comandi, falla.
Gli schiavi felici sono i nemici più agguerriti della libertà.
Chiedere può essere la vergogna di un minuto, non chiedere può essere il rimpianto di una vita.
La nostra miserabile specie è fatta in modo tale che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre pietre contro quelli che insegnano vie nuove.
È impossibile riflettere sul tempo e sul mistero della creazione del mondo senza una schiacciante presa di coscienza dei limiti dell’intelligenza umana.
La materia è la grande illusione. La materia, cioè, si manifesta nella forma e la forma è un fantasma.
È la vita a costituire l’unica realtà e il vero mistero. La vita è molto di più che semplice materia chimica, che nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note. La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le forme prese dalla materia. Lo so. Io sono la vita. Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di anni, ho posseduto numerosi corpi. Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia la faccia del tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiamiamo corpi e che io ho fuggevolmente ho abitato.
Questa età superba che di vote speranze si nutrica, vaga di ciance, e di virtù nemica; stolta che l’util chiede, e inutile la vita quindi più sempre divenir non vede.
La direzione nella quale l’educazione di un uomo lo avvia, determinerà la sua vita futura.
La nostra esistenza è un segreto che sta nel breve attimo in cui l’occhio si apre sul mondo e si chiude sull’eternità.
Nell’autunno della vita, ci sono giorni nei quali che stranamente i rimpiantti si trasformano in speranze e le speranze, come foglie ingiallite, assumono l’aria accigliata di rimpianti.
La vita è dopo, il domani è dopo. Niente finisce, tutto comincia. La verità è il tempo che corre: in questo preciso istante è il presente, poco fa era il futuro e mentre noi pensiamo diventa il passato.
In giuno quando vediamo i campi di grano ondeggiare nel vento, dobbiamo pensare al meraviglioso processo della natura. Per ogni spiga c’è stato un periodo buio e di silenzio che ha preparato lo sforzo della crescita e l’esplosione nel sole. Anche la nostra vita è così ed ogni volta che precipitiamo nel buio dobbiamo trovare la forza di risalire alla luce.
È difficile cancellare le tracce profonde che gli avvenimenti lasciano nella nostra anima. Siamo il risultato del nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il frutto di una pianta, con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le pioggie hanno impresso sulla superficie. Noi siamo il nostro passato e dimenticarlo è l’impresa più difficile del mondo. Sta a noi scegliere se diventare uomini nuovi o rimanere vecchi come i nostri anni e i nostri ricordi.
Quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorerebbe.