Wilbur Smith – Libri
In alto, lo sfavillio delle stelle cominciò a impallidire, appannandosi, e nel firmamento dilagò la promessa perlacea del nuovo giorno.(da “Uccelli da preda”)
In alto, lo sfavillio delle stelle cominciò a impallidire, appannandosi, e nel firmamento dilagò la promessa perlacea del nuovo giorno.(da “Uccelli da preda”)
Scrivere è la mia scommessa, il mio viaggio personale verso l’indefinito, il mio riscatto, il mio vizio, il mio amico immaginario, la mia risposta all’ordinarietà, il surrogato della mia esistenza. Scrivere è tutto ciò che possiedo, non quanto mi è rimasto.
“Che ora è?” Come se i minuti potessero dircelo. Come se Arnold potesse alzare lo sguardo sull’orologio in cima alla sede del “Lenape” e leggere: hai solo 15 minuti prima che ti trovino. Come se il tempo di Charlie non fosse per sempre bloccato nell’istante in cui Grace se n’è andata. Come se uno sciame mordace di minuti non aspettasse Betty Lou fuori dalla porta. Come se l’amore non bastasse a scandire tutto il tempo necessario agli Huffelmeyer.
Sto parlando di cose che non hanno nome, cose che nel corso della vita si accumulano sul fondo dell’anima, sedimenti e strati di terriccio. Se mi chiedessi di descriverteli, non saprei da che parte cominciare, non avrei le parole adatte. Solo una stretta al cuore, un’ombra passeggera, un sospiro.
Se si scrive per istinto, non si scrive per talento. E quando è istinto non è intento.
Tutti i migliori libri hanno una trama che pochi riescono a capire.
E per quanto riguarda Marie-Claude e me, eccoci qui, ci siamo ritirate in questa casa, e al piano di sopra abbiamo una montagna di vostri lavori. Sono loro a ricordarci quello che siamo riuscite a fare. E anche una montagna di debiti, sebbene questi non siano propriamente i benvenuti. E poi i ricordi, immagino, di tutti voi. Insieme alla consapevolezza di avervi garantito una vita migliore di quella che altrimenti avreste avuto.