William Butler Yeats – Abuso
Abbiamo nutrito il cuore di fantasie. Con quel cibo il cuore si è fatto brutale.
Abbiamo nutrito il cuore di fantasie. Con quel cibo il cuore si è fatto brutale.
Si è perso e non so dove sia…Leggendo per caso qua e là tra un blog e l’altroeccolele mie parolecopia e incolla e il gioco è fattoda qui a lì…in un balenoChe qualcuno condivida il mio pensieromi rende fierama mi ferisce vedereassociato un nome diverso dal mio a quelle frasiSi è perso e non lo trovo…e tutti quei commenti…e il grazie fiero dell’inseritore…come se fosse scaturito tutto dal suo genio poeticoe non dalla combinazione perfetta di quattro semplici tasti…si è perso o forse mi sto solo illudendo che esista…eccomi… sono io Valeria…una povera sconosciutain cerca di diritto d’autore.
Non vi è mitezza e padronanza nella parola violenza.
Dicono che buoni si nasce, cattivi si diventa. Non è vero, chi è cattivo lo è sempre stato, solo che lo nascondeva bene. Una persona buona non è capace di fare del male neanche quando lo riceve, è vero può diventare strafottente stronza e anche bastarda, ma non sarà mai cattiva perché la cattiveria non gli appartiene. Quindi smettetela di nascondervi dietro le delusioni o la rabbia perché state facendo del male, in realtà state solo rivelando la vostra vera natura.
A chi vive nel benessere è perdonata ogni maldicenza.
Allora la penuria di cibo conduceva a morte le membra consunte, adesso le sommerge l’eccesso…
Lui si avvicina, la rabbia che gli riempie le vene e gli occhi offuscati dalle lacrime, dalla convinzione di essere il centro del mondo, il padrone. Lei si tocca distrattamente i capelli e si tortura le labbra cercando di scacciare via la paura che le soffoca il cuore solo nel sentire quei passi. Le mani dell’uomo che una volta le toccava con tenerezza il viso, erano diventate il suo incubo. Le carezze si erano trasformate in schiaffi. I baci si erano trasformati in grida, in sputi e in insulti. Lei urla ma soltanto nella sua mente, dalle sue labbra non esce nessun suono, né un singhiozzo, né un sospiro, se ne sta in silenzio aspettando la fine mentre lui le priva il corpo e l’anima.