William James – Stati d’Animo
Non c’è un essere umano più infelice di quello in cui nulla è abituale tranne l’indecisione.
Non c’è un essere umano più infelice di quello in cui nulla è abituale tranne l’indecisione.
Scissioni elettive. Li chiamo così i frammenti che saltano in aria come mine vaganti, a rischio scoppio, da quel mio me centrale che avrebbe bisogno di interezza. Proiezioni. Salti funambolici tra il trapezio del Sé e l’isoscele dell’Io. Tonalità. Crome e diesis che mi urlano dentro in sinfonie distorte e stonate. E più mi urlo, mi urlano, più m’insonorizzo e più non mi do retta. Il “no” è la mia ottava nota musicale. Mi sbatto gli occhi in faccia. Mi allontano, di schiena. C’è chi si prende le misure; io mi prendo le distanze.
Amo ascoltare la bocca che tace e le mani che si adoperano.
I sentimenti restano ma sono le persone ad andarsene.
Se hai provato amore, odio, rabbia e dolore hai provato un sentimento. Ma quando arrivi a provare schifo o indifferenza li sei vincente e finalmente libero.
Lo chiamano orgoglio, ma spesso è solo una forma di autostima che impedisce a terzi di prendersi ancora gioco di noi.
Le persone sincere piacciono infinitamente, portano l’arcobaleno nonostante le tempeste intorno a te; amano intensamente con il cuore, osservano tutti i colori della tua anima e sono in grado dì ridipingere i suoi colori sbiaditi dal tempo. Le persone che abbracciano piacciono, strette forti e calorose che s’espandono sul tuo corpo, infiammano il petto e le gote, e trasmettono la sicurezza d’unico amore. Le persone limpide negli occhi piacciono, non nascondono doppiezze e ipocrisie, amano ascoltare i canti del tuo profondo cuore.