Raffaele Caponetto – Destino
Hai solcato i sette mari, hai scalato cento vette, hai percorso milioni di miglia, sei ritornato al paesello e solo lì hai trovato quello che cercavi.
Hai solcato i sette mari, hai scalato cento vette, hai percorso milioni di miglia, sei ritornato al paesello e solo lì hai trovato quello che cercavi.
Quello che la gente chiama comunemente destino, é costituito per lo più dalle sue stupide gesta.
Mi sono incamminato verso te, la strada è lunga e piena di buche, mi sono portato dietro una pala e tanta pazienza, le grandi conquiste sono figlie di grosse cicatrici e di tanta sofferenza. Ci ritroveremo a Parigi, sotto la torre per una una cena, notte di mezza luna o notte di luna piena, ma quello che importerà saremo noi e la strada che verrà!
Ma mi ero reso conto che coloro che si dicevano maestri e detentori dei segreti della vita, che affermavano di conoscere le tecniche che avrebbero potuto dare a qualsiasi uomo la capacità di ottenere ciò che voleva, avevano ormai smarrito il legame con gli insegnamenti antichi. Percorrere il cammino di santiago, entrare in contatto con gente comune, scoprire che l’universo parla un linguaggio individuale – un linguaggio fatto di “segni” e di segnali – e che per capirlo basta guardare con la mente sgombra da retaggi e pregiudizi ciò che accade intorno a noi… tutto ciò mi ha fatto dubitare che l’occultismo fosse davvero la sola porta che consentisse di accedere a quei misteri. È molto importante prestare attenzione. Le lezioni arrivano sempre quando sei pronto. Se sarai attento ai segnali, apprenderai tutto ciò che ti è necessario per il prossimo passo.
Se il nostro destino deve condurci alla morte, meglio andarsene piccoli quando non si è ancora conosciuto il dolore e l’odio.
Il destinocammina con tetalvoltaaccompagna garbatosoventecome carta stracciaalla suola s’incollaeti segueanche senon vuoi
Sono orfano di uno specchio infranto.