Gianluca Menegazzo – Destino
Perpetua l’onda che stimola la mia fantasia la mia concentrazione che fissa gli occhi all’orizzonte che fa di un pensiero una storia lunga una vita che in un attimo svanisce.
Perpetua l’onda che stimola la mia fantasia la mia concentrazione che fissa gli occhi all’orizzonte che fa di un pensiero una storia lunga una vita che in un attimo svanisce.
Nel tuo petto sono le stelle del tuo destino.
Destino: qualcosa che troppo spesso mi ha puntato contro e poche volte mi ha teso la mano.
Tra l’essere stati ed il non esserlo più, c’è un infinito ritornare.
Non sento dell’eroico sforzo, il peso della coscienza, anche se esso lede la mia anima…
In sogno ho rivisto il mio destino: “La tua anima allacciata alla mia incamminarsi in un viaggio senza ritorno”
Tempo aggredito, rapito, assoggettato, nelle strade cambiate dalla mano che tutto prende. Ecco il millennio dell’infinito: Cristo ha vinto. Le sue risate di vittoria riecheggiano nello spazio introverso, tra le mura dell’interminabile prigione, l’amara conquista di specchi e di vite replicate sino all’uno finale, dove non resterà altro che non somigli a se stesso, fino ad annullarsi. Assoggettando tutti gli elementi in un grido disperato di morte, re infelice e vittorioso che tutto ha conquistato, niente ha avuto. La mensa è vasta quanto l’universo fino ai suoi limiti. La mensa è l’universo, che sembra dilatarsi nell’immortalità immorale, a prezzo dell’anima. E all’estremo, finirà nel silenzio di conquiste e mattanze lontane di mondi ancora ignari.