Jean-Paul Malfatti – Destino
Inciampai nel passato, sono caduto nel presente ed ora mi alzo in piedi per affrontare il futuro, sostenuto da un angelo incarnato che mi ama davvero.
Inciampai nel passato, sono caduto nel presente ed ora mi alzo in piedi per affrontare il futuro, sostenuto da un angelo incarnato che mi ama davvero.
Se ci fosse una formula matematica per far luce sui misteri dell’amore, uno degli antichi…
Come le parole che non ho mai detto, come un treno che non ho mai preso, come quelle emozioni mai vissute fino in fondo, qualcosa che ho assaggiato, ma non è stato possibile gustare pienamente. Vita a metà tra attesa, giudizio e timore, tra “oggi no”, “non ancora”, “dopo”, “c’è tempo” e quel tempo non arriva mai o passa troppo in fretta e non ti trova. Appuntamenti dimenticati, rinviati, incontri mancati, disdetti, ti senti inghiottire da una clessidra e soffocare dalla sua sabbia. E sei su, ti capovolgono e finisci giù, i granelli appiccicati dappertutto, sporca, indecente e neppure presentabile; indovina un po’? Mi toccherà dir di no anche stavolta!
Desolanti notizie di furia della natura. Con essa crolla anche la timida voglia di alzare rivolte speranze a un Dio che tutto permette. Non lasciamoci travolgere dagli eventi, ma affrontiamoli con la consapevolezza che il nostro privilegio alla vita è un continuo motivo di aiutare chi ha bisogno di noi.
Tutti sappiamo che la felicità di questo mondo è effimera e fugace, ma cerchiamo di goderla fino in fondo accettando il fatto che la vita non è solo bella, ma che i dolori di ogni giorno ci facciano vivere meglio ed in pace, almeno con noi stessi.
Nessuno è mai contento della sua sorte.
Siamo anime deluse. È così, chi più chi meno. Anzi, più vivi più la vita ti corrode. Siamo come le fiaccole che brillano e bruciano per capodanno. Ci consumiamo. Affrontiamo la vita misurandola con la nostre delusioni. Ci conviviamo e poi ne aggiungiamo sempre una alla volta fino ad esaurire lo spazio nel contenitore. Il più abile cerca di gestire il contenuto mantenendo un certo equilibrio affinché possa raggiungere l’orlo il più tardi possibile. I più maldestri fanno traboccare il vaso quasi subito.